5 regole prima di dare uno smartphone a tuo figlio

Questa settimana si celebra il Safer Internet Day, la Giornata Internazionale per una rete più sicura, istituita nel 2004 dall’Unione europea.

Sono molte le iniziative promosse dalle associazioni che quotidianamente svolgono attività di prevenzione nelle scuole e non solo.

Per esempio, settimana scorsa, ho partecipato ad un convegno in Regione Lombardai, promosso da Pepita Onlus davero molto interessante.

Mi hanno toccato molto le ultime parole di Carolina, la ragazza che si è suicidata a seguito di eventi di cyberbullismo.

il bullismo è tutto qui? non capite che le parole fanno più male delle botte? io spero che con questo gesto lo capirete

Ha aperto la finestra di casa sua e si è gettata nel vuoto.

Da una ricerca condotta per la Polizia di Stato da Skuola.net e realizzata su un campione di circa 10.000 studenti di scuole medie e superiori, risulta che il 90% dei ragazzi italiani ha uno smartphone con abbonamento a internet per navigare in mobilità, così da non rimanere mai senza Facebook, WhatsApp, Snapchat, Twitter, Instagram. Solo uno studente su 5 afferma che i social hanno un ruolo marginale nelle relazioni sociali. Continua a leggere

“Cuore di Zuppa”, una chat (e non solo) per le famiglie milanesi

La corretta alimentazione fin dalla più tenera età, insieme a uno stile di vita sano, sono alla base dell’equilibrio psicofisico dei nostri figli. Sappiamo bene quanto delicate siano le fasi della crescita e quanto i modelli proposti dai media influiscano sulla percezione di sé dei nostri ragazzi.

liberamenteProprio per affrontare le problematiche legate a questo fenomeno, a Milano è nato un progetto denominato “Cuore di Zuppa”, grazie al quale un team di esperti sta portando nelle scuole attività dedicate a questi temi.

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Internet e pericoli della rete: io voglio essere #Inattaccabile

Sempre più spesso leggiamo sui giornali espisodi di sexting e cyberbullismo che vedono protagonisti ragazzi anche di 11-12 anni.

Mio figlio grande è entrato da qualche mese nella fase “SONO GRANDE! LASCIAMI LA MIA LIBERTA’!”.

Libertà? Fosse per me lo terrei sempre con me:-)

Consapevole che questo non è possibile, sono alla ricerca di strumenti validi per avviare un processo di indipendenza.

Il primo ingrediente necessario è la FIDUCIA.

Dobbiamo avere fiducia dei nostri figli ma, soprattutto, dobbiamo renderli consapevoli che internet è una grossa opportunità che va saputa gestire.

kasperky

Settimana scorsa ho partecipato ad un incontro promosso da Kaspersky Lab, leader mondiale nella sicurezza online, nel quale hanno presentato i dati di una loro ricerca che ha evidenziato come, molto spesso, i genitori non comprendono le minacce che i propri bambini incontrano online.

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Ad ognuno la sua penna perfetta

Il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria è un periodo di grandi cambiamenti per il bambino ma anche per l’intera famiglia.

Ricordo ancora l’emozione che ho provato la prima volta che mi ha scritto MAMMA su un foglio che conservo con cura nella scatola dei ricordi.

famigliaOggi vorrei riportarvi alcuni consigli che ho trovato su BicKids, portale dedicato al mondo della  scrittura in cui è possibile trovare numerose attività ludico-educative.

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Ecco a voi «I Classici facili» … i ibri per tutti i bambini !

«non c’è niente di più bello della soddisfazione che si vede nel volto di un bambino che finalmente vuole e può leggere, perché messo nella giusta condizione per farlo»

Carlo Scataglini, curatore dei Classici Facili

piccolo principe pinocchio

Con questa bellissima premessa nascono i «I Classici facili», curata da Carlo Scataglini, tra i massimi esperti di narrativa e didattica facilita in Italia.

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Leggere insieme al bambino – Paired Reading

Nel post di questo mese descriveremo le caratteristiche più importanti di una metodica chiamata “Paired Reading” (letteralmente tradotto “Leggere insieme”), attività che i genitori possono impostare per aiutare il loro bambino nella lettura.

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Tale metodologia viene generalmente accolta bene dai bambini, che aumentano il loro entusiasmo e senso di autoefficacia nel leggere, incrementando il loro vocabolario e le capacità di comprensione.

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Piano Didattico Personalizzato: una scuola su misura per le difficoltà di apprendimento

Nei mesi scorsi, all’interno di questo  post , abbiamo parlato della normativa che riguarda i DSA e abbiamo visto quali sono le azioni che la scuola e la famiglia devono attuare, prima, durante e al termine del percorso diagnostico, per una piena e corretta applicazione della legge, ma soprattutto per la tutela e il supporto dei bambini con DSA.

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Ci siamo salutati parlando del momento in cui, una volta certificato il DSA, deve essere redatto da parte della scuola il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Ma di cosa si tratta esattamente? E in che cosa si differenzia dal Piano Educativo Individualizzato (PEI), altra sigla che si sente nominare in ambito scolastico?

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Come migliorare le capacità di lettura nei bambini con dislessia

Come abbiamo detto in uno dei nostri post precedenti, in cui abbiamo parlato dei fattori di rischio e dei campanelli d’allarme dei disturbi dell’apprendimento (per approfondire leggi “Mio figlio ha un DSA? Fattori di rischio e campanelli d’allarme”), è ormai dimostrato e comunemente accettato all’interno della comunità scientifica che i DSA (e tra questi la dislessia in modo particolare) si innestano su una predisposizione dell’individuo relativa a differenze neurobiologiche.

Questo fa si che la dislessia e i DSA debbano essere concepiti come una caratteristica intrinseca della persona, di cui sono state dimostrate la familiarità (cioè la maggiore probabilità che la difficoltà si manifesti in bambini appartenenti a famiglie in cui altre persone l’avevano evidenziata) e i correlati neurobiologici (ad esempio un particolare funzionamento di alcune aree cerebrali deputate alla lettura).

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Normativa DSA: conoscere i propri diritti per farli valere

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento in questi anni hanno ricevuto sempre più attenzione in Italia. Da quando nel 1997 è sorta l’Associazione Italiana Dislessia (AID) è stata avviata una campagna di sensibilizzazione scientifico-culturale che ha prodotto risultati importanti.

blue contact

L’impatto è stato notevole, tanto da portare alla proposta di una legge sui DSA, approvata dal Parlamento nel 2010: la legge 170. Questa legge sancisce l’esistenza e il riconoscimento della dislessia, della disortografia, della disgrafia e della discalculia come condizioni permanenti di disturbo in alcune funzioni neuropsicologiche rilevanti ai fini della crescita e dell’apprendimento, condizioni che necessitano quindi di tutela in ambito scolastico, sociale e lavorativo.

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Mio figlio ha un disturbo dell’apprendimento? Fattori di rischio e campanelli d’allarme

Moltissimi studi hanno dimostrato che, nel caso dei disturbi specifici dell’apprendimento come in molte altre difficoltà che emergono in età evolutiva, tanto più la presa in carico e l’intervento cominciano precocemente, tanto più è possibile orientare il quadro del disturbo verso un’evoluzione positiva. Più tempo passa senza che le difficoltà vengano riconosciute e affrontate, più si rischia che il disturbo si stabilizzi e divenga “resistente” al cambiamento rendendo più difficile sia ridurne l’entità che limitarne l’impatto sulla vita del bambino.

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Nel caso dei DSA, l’identificazione precoce porta una serie di vantaggi che migliorano il vissuto dell’alunno rispetto alla propria situazione: permette, infatti, di evitare che le difficoltà vengano erroneamente attribuite a pigrizia, svogliatezza, mancanza di impegno e motivazione, prevenendo l’insorgenza di disagio emotivo e comportamentale secondario alla presenza del disturbo. Continua a leggere