Difficoltà a scuola non vuol dire necessariamente DSA

Nel post introduttivo di questa rubrica, abbiamo visto come le difficoltà scolastiche siano davvero molto comuni, e su questo c’è accordo tra tutte le figure adulte che si prendono cura dei bambini: genitori, insegnanti, professionisti. Il fatto che tali difficoltà siano frequenti, però, non significa che ci sia chiarezza sui fattori da cui hanno origine e, di conseguenza, sul modo in cui affrontarle. Al contrario, non è facile comprendere i fattori che hanno contribuito allo sviluppo di una situazione problematica che riguarda la scuola: le motivazioni sottostanti possono essere diverse e raramente un solo aspetto è sufficiente per spiegare come mai il bambino non riesce ad ottenere i risultati sperati.

La prima utile da fare, se vogliamo comprendere il concetto di “Disturbo Specifico dell’Apprendimento” (DSA), è distinguerlo dalle generiche “difficoltà di apprendimento”.

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Che fatica questa scuola!

In tutta Italia e in tutto il mondo sono moltissime le famiglie che si trovano ad affrontare, prima o poi,  situazioni che riguardano problemi scolastici dei propri figli. Periodi in cui il proprio figlio o la propria figlia sembra più svogliato/a del solito, non riesce a concentrarsi e a studiare, porta a casa voti non pienamente sufficienti.

IMG_0218Se in molti casi si tratta di difficoltà transitorie, che non richiedono particolare attenzione e vengono superate senza troppi sforzi, in altri casi (come vedremo, in molti più casi di quanti si possa immaginare), le difficoltà sono presenti da molto tempo, magari dall’inizio del percorso scolastico, oppure sono particolarmente faticose da superare, tanto da provocare, in alcune situazioni, una seria carenza nelle capacità di apprendere nel bambino o nel ragazzo.

 

Ascolta l’intervista realizzata dalla nostra speaker Marta Ferrari alla Dott.ssa Matilde Taddei

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