Normativa DSA: conoscere i propri diritti per farli valere

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento in questi anni hanno ricevuto sempre più attenzione in Italia. Da quando nel 1997 è sorta l’Associazione Italiana Dislessia (AID) è stata avviata una campagna di sensibilizzazione scientifico-culturale che ha prodotto risultati importanti.

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L’impatto è stato notevole, tanto da portare alla proposta di una legge sui DSA, approvata dal Parlamento nel 2010: la legge 170. Questa legge sancisce l’esistenza e il riconoscimento della dislessia, della disortografia, della disgrafia e della discalculia come condizioni permanenti di disturbo in alcune funzioni neuropsicologiche rilevanti ai fini della crescita e dell’apprendimento, condizioni che necessitano quindi di tutela in ambito scolastico, sociale e lavorativo.

Parallelamente alla divulgazione pubblica del fenomeno, sono state promosse importanti azioni in ambito scientifico, per cercare di raggiungere sempre più consenso rispetto alla definizione dei DSA, alle procedure per una corretta diagnosi e agli indirizzi riabilitativi più efficaci. Queste azioni hanno dato vita a un lungo processo di studio e confronto clinico e scientifico, nazionale e internazionale, che ha influenzato molto il piano normativo, sociale, scolastico e sanitario.

Tale impegno sul piano legislativo e in ambito sanitario ha colmato il ritardo che l’Italia scontava rispetto agli altri paesi, già avanzati nel riconoscimento di questi disturbi che condizionano in modo significativo il percorso scolastico e quindi possono influenzare il successo formativo delle persone.

Oggi, per insegnanti, clinici, ma anche genitori, esistono una base teorica e un quadro normativo che rappresentano un punto di riferimento e una fonte di documentazione per svolgere la propria attività, avere chiari i propri doveri, ma anche conoscere i diritti e le opportunità offerte ai ragazzi e alle loro famiglie.

Di cosa parla la legge 170 del 2010? Con questa legge i bambini e ragazzi con DSA vengono riconosciuti come alunni con delle caratteristiche che possono limitarne l’apprendimento. Acquistano dunque non solo il diritto di “esistere”, senza dover dimostrare di “essere uguali agli altri”, ma anche l’opportunità di ricevere un’offerta didattica personalizzata, di dimostrare le proprie qualità con l’aiuto di misure dispensative e strumenti compensativi.

La legge 170/2010 persegue, per la persona con DSA, le seguenti finalità̀:

  • Garantire il diritto all’istruzione;
  • Favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità̀;
  • Ridurre i disagi relazionali ed emozionali;
  • Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti;
  • Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA;
  • Favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi;
  • Incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari durante il percorso di istruzione e di formazione;
  • Assicurare eguali opportunità̀ di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale.

Il 12 luglio 2011 sono stati pubblicati dal Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca il Decreto Attuativo
e le Linee Guida ad esso associate ”Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento”. Questi testi si basano sulle più recenti conoscenze scientifiche e spiegano tutte le azioni che gli uffici Scolastici Regionali, le scuole e famiglie devono attuare per una piena e corretta applicazione della legge, ma soprattutto per la tutela e il supporto dei bambini con DSA. Viene affidato alla scuola un ruolo da protagonista, ma anche alla famiglia si chiede di fare una parte molto importante.

Alla luce delle linee guida messe a nostra disposizione dalle istituzioni legislative e scientifiche più autorevoli in questo campo, cerchiamo di comprendere come le famiglie si possono muovere lungo vari step dell’identificazione di un DSA, prima e dopo la (eventuale) diagnosi.

PRIMA DELLA DIAGNOSI

Le Linee guida del 12 Luglio 2011 affidano ai genitori il compito di richiedere ai docenti, nel caso in cui un bambino presenti difficoltà nell’affrontare il lavoro scolastico, un’osservazione attenta e sistematica della situazione.

Lo Schema di Accordo tra Stato, Regioni e province autonome approvato il 25 Luglio 2012 afferma non solo che la diagnosi di DSA dovrebbe essere “tempestiva”, ma che il percorso diagnostico dovrebbe essere attivato dopo la messa in atto da parte della scuola, sulla base di quanto ritenuto opportuno dall’insegnante, degli interventi educativo-didattici mirati previsti dalla legge 170/2010, quali ad esempio attività di recupero didattico mirato.

Parallelamente a quanto avviene in contesto scolastico e alla possibilità di stabilire in dialogo con l’insegnante rispetto alla presenza di difficoltà specifiche, nel caso di un sospetto DSA, come già detto molte volte in precedenza, è importante che il genitore si rivolga ai servizi territoriali di competenza (Asl, unità territoriali di neuropsichiatria infantile, centri specialistici pubblici o privati) accreditati al rilascio di certificazioni di DSA, che procederanno con una valutazione psicodiagnostica.

DOPO LA DIAGNOSI

Una volta che la diagnosi di DSA con relativa certificazione è stata ricevuta dalla famiglia, si avvia un percorso che coinvolge parallelamente la famiglia e la scuola in una serie di passaggi essenziali per garantire l’applicazione rapida ed efficace delle misure educative-didattiche previste dalla legge.

La famiglia è tenuta a consegnare la certificazione di DSA alla scuola, che deve protocollare il documento e inserirlo nel fascicolo personale dello studente. Inoltre, il coordinatore di classe e/o l’insegnante referente per i DSA nella scuola di appartenenza dovrebbero sempre essere informati e prendere visione della diagnosi.

Una volta consegnata la diagnosi, i genitori sono tenuti a richiedere la stesura, da parte della scuola, di un Piano didattico personalizzato (PDP), un documento che contiene indicazioni in merito agli strumenti compensativi e le misure dispensative necessari nei confronti del bambino in questione.

Prima di salutarci, vorrei aprire una piccola parentesi sulla “validità delle diagnosi”: abbiamo detto che le diagnosi valide sono quelle certificate da enti pubblici, enti privati convenzionati o equipe accreditate per la diagnosi di DSA.

Da quando la legge 170 è entrata in vigore, le domande di presa in carico di difficoltà scolastiche e DSA sono aumentate moltissimo, aumentando di conseguenza le liste di attesa e creando dei lunghi tempi di rilascio delle certificazioni (nella maggior parte dei casi molto superiori a sei mesi) da parte degli enti pubblici. D’altra parte, gli enti privati accreditati, che solitamente presentano tempi di attesa ridotti, hanno spesso costi molto alti. Sono stati dunque numerosi i casi in cui l’alunno, già sottoposto ad accertamenti diagnostici nei primi mesi di scuola, riesce ad ottenere la certificazione soltanto verso la fine dell’anno scolastico, rimanendo molti mesi senza le tutele cui avrebbe diritto.

Con l’intento di ovviare a tale inconveniente, gli organi competenti del MIUR, con la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”, hanno fornito alcune indicazioni che mantengono il focus sulla tutela del percorso formativo ed evolutivo del bambino con difficoltà scolastiche. Nel caso di alunni con una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, gli insegnanti sono comunque tenuti ad adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o i docenti riscontrino delle carenze riconducibili ad un DSA. Non è necessario dunque attendere la presenza della diagnosi da parte di centri accreditati per creare un contesto didattico ed educativo facilitante per i bambini che ne hanno bisogno, limitando che si creino lacune nell’apprendimento ed esperienze di inutile insuccesso e frustrazione.

Seguitemi! La prossima volta parleremo in modo approfondito del Piano Didattico personalizzato, vedremo che valore ha, in che cosa consiste e come dovrebbe essere utilizzato al meglio per garantire ai nostri ragazzi le condizioni necessarie per il raggiungimento di successo e gratificazione commisurati alle loro capacità.

A presto!

Autore:  Dott.ssa Matilde Taddei, Psicologa Clinica – Dottore di Ricerca in Psicopatologia dello Sviluppo – Specializzanda Psicoterapia.

logoPsych-e è un gruppo di Psicologi e Psicoterapeuti che hanno pensato di unire le proprie professionalità sotto un unico nome al fine di offrire e promuovere un servizio di qualità che sappia rispondere alle diverse richieste dell’utenza.
Gli specialisti offrono consulenza clinica, valutazioni diagnostiche, percorsi terapeutici e di formazione finalizzati a modificare comportamenti che generano disagio e promuovere uno stile di vita più soddisfacente. Psych-e propone interventi basati sull’approccio Cognitivo-Comportamentale rivolti all’adulto, all’adolescente, al bambino e alla famiglia.

68 risposte a “Normativa DSA: conoscere i propri diritti per farli valere

  1. le legge 170 fatta per DSA e importante, ma alcuni docenti non rispettano le linee guida,(FREGANDOSENE) ostacolando il percorso di apprendimento dei DSA.
    Anche se vai a esporre le problematiche hai dirigenti scolastici non risolvi nulla , le istituzioni che dovrebbero tutelare questi ragazzi se ne fregano.
    Per cui l’unico modo per tutelare un DSA è mettere mano al portafoglio tramite avvocati.
    Ha cosa serve un legge che poi mi devo tutelare da solo tramite Avvocati.
    Io genitore e dalle elementari e poi medie e anche alle superiori che trovo docenti cosi.
    cosa si aspetta a fare controlli a sorpresa, e punire chi ostacola il diritto allo studio per i DSA.
    LA LEGGE ESISTE MA NON ESISTE CHI CONTROLLA LE ISTITUZIONI.
    E GIUSTO CHE UN DIRITTO ALLO STUDIO SI DEBBA FAR VALERE RIVOLGENDOSI AD AVVOCATI .
    MI PARE CHE ESSERE DSA NON E’ UN PRIVILEGIO.
    UN SALUTO A TUTTI.

      • Io ho la bambina così e invece di aiutarci ci minacciano nonostante siamo disponibili a tutto ciò che ci chiedono di fare sono stata minacciata sia da i maestri che da i servizi sociali

    • Si, e’ vero! E’ una lotta continua. La maggior parte non comprende i problemi e risponde dicendo che non hanno alcun obbligo di fare corsi sull’argomento. Avvilente!

      • È vero io non sono riuscita a vedere i voti di una materiadato che nonriuscivo ad entrare nel registro elettronico e mi sono ritrovata mia figlia con un quattro in pagella senza essere avvertita da nessuno visto che è un alunno con disturbo specifico di apprendimento su base linguistica .comunque chissenefrega tanto questa materiaconta come il due di coppe quando regna bastoni tra l altro se L insegnante è un ignorante tarpano è insensibile non ci si può far niente a questo non c’è rimedio purtroppo

        • Non mollate!!!!! io ho chiamato il MIUR della mia provincia ed è funzionato. Si sono messi a fare le cose e sanno che li controllo. C e da lottare ma hanno preso paura. NESSUN insegnante è preparato e GRAN POCHI hanno voglia di lavorare, xchè questo è il loro lavoro…

    • Sono daccordo e solidale con questo genitore, vivo la stessa identica esperienza con mia figlia. La soluzione dovrebbe prenderla chi fa queste leggi garantendo e controllando che vengano messe in pratica, agendo sulla scuola con un cambiamento vero , formando e sensibilizzando i docenti di tutta Italia! Il carico attualmente è tutto della famiglia!

    • Alle elementari e alle medie mio figlio èstato umiliato e trattato come un povero demente . A lui é stata riservata una didattica diversa e non completa. Alle superiori ha dovuto concludere il programma delle medie . Poi si è messo al pari degli altri arrivando al terzo anno con la votazione piu alta della classe. Tutti i prof delle superiori sono stati concordi nel negare i giudizi negatividegli insegnanti precedenti.

    • pienamente daccordo. Mi sono trasferita dalla Svizzera in Sicilia ed al terzo liceo abbiamo fatto i controlli e la certificazione e mio figlio ha vent’ anni e sono gli stessi professori a deridere,, prendere per uno scansafatiche mio figlio, A febbraio abbiamo fatto il pdp, ad aprile il nostro prof privato di matematica ci ha dovuti lasciare per impegni inderogabili con l’ universita’ e mio figlio ha avuto un calo.. Avevamo detto alla professoressa che mio figlio era senza professore e da solo non riusciva a studiare bene,, abbiamo fatto un colloquio anche con la preside e sono anche venuta a sapere che proprio la professoressa di matematica e’ la referente DSA (master ottenuto a punti nutella,, visto che mio figlio le da quasi fastidio, io anche perche’ parlo con il dirigente scolastico e perche’ mi informo) risultato ….. ha lasciato la matematica pur sapendo che mio figlio aveva solo venti giorni per prepararsi poiche’ in estate va in svizzera e non puo’ studiare con un prof privato li ,, visto che non puo’ tradurre i termini e visti i costi. Oggi fatto gli orali,, la pseudo prof di sostegno della classe lo metteva in difficolta’ e gli diceva che forse era meglio ripetere l’ anno. Ogni anno spendiamo una marea di soldi in professori, ho speso altri 300 euro per questi giorni prima degli esami, stiamo tutti i pomeriggi a studiare,,, sono io che sto imparando il metodo di studio per aiutarlo,, lui non avrebbe il tempo,, ma la scuola continua a dire che non studia e non solo a mio figlio, so di altri ragazzi. Incentivare i successi neanche a parlarne,, utopia pura.. Le leggi non dovrebbero essere solo scritte su una carta,, ma bisogna fare davvero controlli. Se mio figlio perdera’ l’ anno, dopo che ha recuperato tre materie,, dovro’ segnalare la scuola e prendere un avvocato e poi? Avro’ ancora soldi per mantenere mio figlio a scuola o li dovro’ spendere tutti in avvocato per far valere i diritti di mio figlio che ha voglia di studiare e diventare un psicologo per aiutare i ragazzi dsa?????

    • è vero,mio figlio luca ci ha messo anima e corpo,a casa pagavo una eccellente educatrice per aiutarlo ma alla fine della scuola superiore al CFP Tusini di Bardolino (VR) hanno fatto studiare per preparazione esami degli argomenti e poi gli hanno chiesto tutta altra roba proprio per bocciarlo! non solo,dopo qualche giorno telefona a casa la preside: signora(se così si può chiamare) Speranza Gandolfi,mio figlio mette il viva voce e questa si mette a dire : caro mio non è colpa mia se non capisci niente e se i tuoi genitori ti hanno cresciuto male e non sono stati capaci di educarti. Vorrei solo che conosceste tutti Luca. Ho fatto causa alla scuola ma alla fine ho perso semplicemente perchè mi sono fidata di una istituzione…tra l’altro di Salesiani,non avevano protocollato la certificazione di luca !-maledetti,e maledetta la preside.

    • penso che il diritto allo studio per i dsa non è garantito, gli insegnanti non ascoltano e hanno la presunzione di essere loro a decidere su come fare didattica non tenendo conto delle esigenze degli studenti.
      Sono molto delusa da alcuni insegnanti e con altri sono furibonda , non leggono neanche quanto riportato psulla diagnosi.
      la scuola per i dsa dovrebbe essere considerata anche un ammortizzatore sociale , se il ragazzo non riesce gli si deve dare la possibilità di proseguire con le materie che riesce a seguire. poco è megliio di niente

  2. Sono un insegnante. E le dico che ha ragione: la gran parte dei miei colleghi se ne frega e i presidi si girano dall’altra parte.

    • Sorge spontanea una domanda. Chi è preposto a controllare affinché docenti e presidi si adoperino e mettano in atto tutti gli strumenti affinché questi bambini non vengano umiliati ed emarginati dal resto della classe. Se un Preside si permette di dire ai genitori :se non vi sta bene potete sempre cambiare scuola, come se la scuola sia una proprietà privata ed il bambino con DSA sia solo un elemento di disturbo. Cosa fanno le autorità preposte al controllo? Ringrazio Marco per la sua onestà, ma le sarei molto grato se lo stesso segnalasse alle autorità ciò che lui stesso in prima persona dice di aver assistito. Sarebbe già una presa di coscienza ed un atto di giustizia nei confronti di bambini e ragazzi con DSA.

      • potete aiutarmi? domani dovro affrontare il docente di matematica che ha dato il debito a mia figlia che è discalcula grave…mi viene da ridere perchè il coordinatore mi ha detto che a settembre metteranno una”pezza” per gli esami ma vi sembraa normale? sono infuriata e domani prevedo tuoni e fulmini…che schifo…

        • Buongiorno,
          l’esame sarà stato dato certamente per altri motivi e non perché sua figlia non fosse in grado di fare i calcoli (alle superiori la matematica non verte sul “far di conto”).
          Grazie

    • la cosa favolosa è che purtroppo mette nero su bianco i diritti che hanno e i prof ti snobbano…io mi sono permessa di dire alla prof che mia figlia e i bambini dislessici non posso essere valutati sulla base di bimbi che non hanno problemi…devono avere altre basi di valutazione…impegno buona volontà…il problema è che i prof non sono formati…io lotto ogni giorno ma coi mulini a vento…io ho una bimba dsa già scoperta in prima elementare che oggi fa la prima media e una bimba bes che fa la terza elementare…

  3. Buongiorno a tutti. Sono pienamente d’accordo!!! Io personalmente quest’anno sono dovuta ricorrere ad un avvocato x mio figlio bocciato ingiustamente in 1° media. Abbiamo vinto il ricorso in pieno!!! Schiaffo morale alla professoressa che l’ha voluto bocciato gia dall’inizio…. e non si è capito il xché !!! Ma xché bisogna ricorrere a questo??!!! Saluti.

    • Buona sera e successo anche a mio figlio ma non sapevo che si potesse ricorrere ad un ricorso con avvocato e stato bocciato in prima media quando gli hanno diagnosticato la dislessia discalculia e disgrafia Poi è stato bocciato anche in prima superiore sono passati un po’ di anni volevo sapere se sono ancora in tempo e se vinci che fanno visto che sono passati un po’ di anni grazie

  4. mia figlia viene umiliata ogni giorno dai professori devono esserci più controlli nelle scuole e che i professori che non sanno fare il loro mestiere vengano sospesi dalla scuola

  5. Salve io ho un ragazzo che è stato dichiarato dislessico anni fa e dopo mille peripezie siamo riusciti a portarlo. In prima superiore
    Oggi però i problemi si sono moltiplicati
    Il mio problema e che mio figlio ancora oggi non vuole accettare la parola dislessico, perché negli anni precedenti già dalle elementari i docenti invece di aiutarlo e aiutarci lo deridevano da allora non c’è verso
    Chiedo gentilmente un consiglio grazie

  6. Buongiorno, sono mamma di due ragazzini dislessici, una in terza media e il grande in terza superiore.
    Volevo chiarimenti e riferimenti chiari su quante interrogazioni e verifiche possono sostenere al giorno i ragazzi dsa, perché non ho trovato nulla ne nella legge 170 ne nelle linee guida successive.
    Purtroppo abitualmente ad entrambe ne capitano almeno te al giorno e non sempre i professori accettano di spostare.
    Come li posso tutelare?

  7. Sono un genitore come tanti che si trovano ad affrontare la vita quotidiana della scuola .
    Nel mio caso c’è una professoressa in caponita a bocciare mio figlio come ha fatto l’anno passato con una bambina di 1 media con lo stesso problema perché non capisce
    realmente il problema quel è è è vuole fare a modo suo senza rispettare il ILDSA GRAZIE A TUTTI

  8. Buonasera sono la mamma di un ragazzo AdHD, diagnosticato in ritardo, con una precedente certificazione di lieve dislessia fatta quando aveva 11 anni dopo essere stato bocciato. Ora a 16 anni, nonostante abbia fatto protocollare entrambe le certificazioni a scuola, alcuni insegnanti si sono addirittura rifiutati di aderire ed applicare il PDP, tra l’altro consegnatomi il 12/02/2017, senza che noi genitori fissimo stati consultati. Infatti è un documento a dir poco vergognoso, redato senza tener conto di quelle cge sono le esigenze di mio figlio, ma soprattutto senza aver avuto la decenza di chiedere i suggerimenti e strategie a noi genitori. La scuola ha semplicemente fatto un copia e incolla, tra l’altro credo cge si il peggior PDP che sia stato fatto a mio figlio.
    La mia domanda è, difronte ad insegnanti che sbeffeggiano mio figlio, che non attuano il piano didattico personalizzato, che nonostante io e mio marito .ci siamo resi disponibili ad una collaborazione con la scuola, e che gli stessi raramente ci aggiorniamo, direi mai, in una situazione ammetto anche frustrazione ed impotenza, cosa posso fare per tutelare mio figlio da una scuola che, in mille modi ci invita a ritirare nostro figlio da scuola ???
    Premetto che ragazzo è in terapia farmacologica, e nonostante i suoi disturbi va spesso volontario alle interragazioni per poter migliorare alcuni voti, ma da parte di alcuni docenti non ottiene mai un ben che minimo segno di gratificazione.
    Oltretutto c’è un professore che lo prende in giro ad ogni occasione. Vi ringrazio, ma sono una mamma disperata, perché purtroppo qui a cagliari, dopo la certificazione in realtà non esiste un sistema di supporto alle famiglie.
    Grazie Giulia

    • Sono completamente solidale con lei io mi trovo a napoli ho una figlia del eta di suo figlio e sto vivendo le sue esperienze si figuri che a mia figlia le vogliono mettere l insegnante di sostegno cosa possiamo fare contro questa ignoranza globale

  9. milena 15 febbraio 2017

    Concordo pienamente con i commenti precedenti.la formazione degli insegnanti e’ ancora insufficiente.alle volte sembra che basti leggere le indicazioni della legge ,fare un semplice elenco delle misure da adottare ,nei pdp , e poi? la famiglia si fa carico di quasi tutto tra difficolta’ e poche indicazioni da parte di chi dovrebbe essere molto preparato nel campo

  10. Io sono un papà con mia figlia con un problema di dislessia e dopo che mia moglie e’dalla terza elementare che si è’ accorta di questi problemi solo un insegnante dell anno scorso si è’accorta della dislessia di mia figlia xche anche questa professoressa ha un figlio con lo stesso problema allora Sa Come comportarsi ma purtroppo noi genitori ma sopprattuto i nostri ragazzi molto più intelligenti non siamo protetti da nessuno e non c’è nemmeno un ente che sorvegli su questo il solito sistema italico di fare le leggi senza senso e senza portare in fondo una cosa valida e funzionale .saluti Patrizio

  11. anch io sono mamma di un ragazzo disortografico e discalculico che frequenta la prima superiore. ieri ho ricevuto dalla scuola una lettera dove certifica che mio figlio ha tre materie sotto (tra cui MATEMATICA!!) e quindi sarà rimandato o peggio bocciato. mi chiedo quale senso ha spendere tempo e soldi per certificare questi ragazzi se poi la scuola se ne frega??? non starò ferma e mi muoverò anche se non ho proprio le risorse economiche per farlo. chiedo un aiuto e un consiglio. grazie

  12. Sono la mamma di un ragazzo dislessico, diagnosi fatta, nel marzo di quest’anno in 1 liceo, in seguito ad alcuni dubbi insorti in noi genitori. Non conoscendo questo mondo, pensavo che una volta avuta la diagnosi tutto si sarebbe accomodato… idea rafforzata da un colloquio con la preside, che ci raccontava ogni bene possibile su nostro figlio, che un momento di sbandamento era normale, e che avrebbe provveduto il giorno successivo a parlare con nostro figlio, con i docenti e che il mercoledì successivo gli avrebbe affiancato un tutor. Ovviamente uscimmo pensandoci in una botte di ferro… in realtà era quella di Attilio Regolo.
    La realtà è stata tutt’altro, non ha fatto nulla di tutto ciò che ci aveva promesso, anzi: docente di storia: “Ti ho già concesso l’interrogazione programmata, per cui le mappe non le puoi usare”. Dagli altri docenti non è stato concesso l’uso di formulari, è stato obbligato a memorizzare decine e decine di paradigmi latini, affrontare verifiche su tutto il programma e non a frazioni, interrogazioni a tempo, ecc… Siamo tutti sull’orlo del baratro psicologico… Concludo dicendo che, la maggior parte dei docenti si comporta come potrebbe fare un medico che chiede di lavorare solo in reparti di pazienti sani.
    Mi fa male dirlo, ma saremo costretti a fargli frequentare una scuola paritaria, le scuole pubbliche non sono all’altezza

  13. se qualcuno legge il mio bisogno …urge una risposta a questa domanda.:
    domani andro a discutere col prof. di matematica che ha dato il debito a settembre a mia figlia che è discalcula grave! sto cercando qulche legge che mi aiuti a tutelare mia figlia ma nn so cosa portare a riguardo ai docenti che sicuramente mi aspettano al varco…. sono infuriata il coordinatore mi ha detto di non preoccuparmi perche a settembre metteranno una pezza…ma vi pare possibile?
    se qualcuno può aiutarmi…gradirei …grazie

  14. Mio figlio non ha nessun problema ma fa parte di una classe di 15 ragazzi di cui la metà hanno tutte le problematiche di cui parlate. Quindi chi non ha problemi procede negli studi a rallentatore tra l’altro i ragazzi con problematiche vengono interrogati assieme a ragazzi senza problemi ed aiutati spudoratamente tra l’altro con voti uguali agli altri 7/8 ecc.. Altri genitori miei amici (qualcuno anche insegnante) che hanno figli con molti problemi che frequentano altri istituti mi dicono che i loro figli normalmente arrivano alla sufficienza dovuto proprio alle problematiche che hanno.
    Quindi come si fa a spiegare al proprio figlio che studia e non ha problemi perché prende 7/8 come l’altro vi sembra giusto? O la situazione è gestita male dall’istituto? Come devono essere interrogati e seguiti i ragazzi con problematiche varie?
    Nel ringraziare distinti saluti.

    • ho un figlio che frequenta il liceo classico e uno dislessico alle scuole medie . il grande ha sempre avuto voti alti perché non ha difficoltà a studiare e non ha mai detto una sciocchezza come quella che ha detto lei, il piccolo ha grandi difficoltà ma anche professori in gamba che premiano i suoi sforzi (che sono di molto maggiori rispetto agli altri compagni) e che hanno capito che senza “gli aiuti” (come li chiama lei) la sua autostima crollerebbe e non imparerebbe assolutamente più nulla. Gli “aiuti” ovvero gli strumenti compensativi e dispensativi previsti dalla legge NON POSSONO portare ad una diminuzione dei voti. Non sono ragazzi svogliati, hanno un “difetto” neurologico (uso questo termine per farmi comprendere da lei) e quindi necessitano di un aiuto. Altrimenti perché non abbassare i voti anche ai miopi che sono “aiutati” dall’uso degli occhiali. se si informasse BENE capirebbe che non c’è alcuna differenza. Ma nel suo caso evidentemente oltre ad una scarsa informazione c’è una evidentissima incapacità a mettersi nei panni di una persona con difficoltà. Non la vorrei neanche come vicina di casa.

    • Chissà, magari un giorno avrà qualche nipotino dislessico o discalculico o peggio con difficoltà nella comprensione del testo (peggio che essere dislessici, glielo assicuro). E allora forse capirà quanta sofferenza, vergogna e frustrazione devono patire ogni giorno queste persone. Non stanno bene a scuola, non c’è un buon rapporto con gli insegnanti, sempre pronti a pensare che questi usino le mappe per copiare e naturalmente diventa difficile anche con i compagni, che giudicano. Proprio come lei, che non sa le cose, ma tira le somme senza usare un briciolo di tatto. Che peccato…..ma forse un po’ di vergogna la starà provando anche lei.

    • Signora un dragazzo dsa a causa delle sue caratteristiche spende molto più tempo nello studio e questo va valutato, la giustizia non sta nel trattare tutti con lo stesso metro, e danto a tutti le stesse cose, la giustizia e l’uguaglianza sta nel dare a tutti quello di cui hanno bisogno. E chi è fortunato e non ha problemi dovrebbe capirlo e non essere geloso degli altri

  15. Buon giorno sono Giovanna mamma di una bimba di 10 anni dislessia.
    A ottobre- dicembre dell’anno scorso mi sfoglia è stata certificata discalculia….
    Deficit dell’attenzione…. prestazione d’ansia…
    A sempre studiato con me ….
    Scoperto il mondo della dislessia.. …
    Chiedo al mio direttore l’orario flessibile perché io lavoro a turni
    6 su 7 giorni….dalle 9 alle 21 …

    Ho consegnato alla pediatra la relazione della bambina facendo richiesta della 104 per i permessi a lavoro….
    ma non me l’hanno accettata…
    Allora il mio direttore mi ha detto perché devo darti l’orario flessibile se lo stato non ti riconosce la 104…….?
    Mi stanno seguendo i sindacati ….
    ma possibile che non posso trovare una soluzione perseguire mia figlia a fare i compiti ?
    Possibile che con comma 1
    io non ho diritto e non posso chiedere nessuna agevolazione per seguire mia figlia?

  16. Salve, sono “nuova ” non ho esperienza!mia figlia è dislessica,a scuola l’aiuto è pari a zero !dall anno scorso va tre volte la settimana a fare terapia di recupero in orario scolastico, da quest ‘anno però le è stata negata l’uscita dalla scuola! Sapete dirmi se lo possono fare?

  17. Buongiorno sono la mamma di una bambina disslesica frequenta la prima media quest’anno sono stata informata che mia figlia non ha il diritto di partecipare alle uscite di istruzione.perché non ha la suficenza su qualche materia in particolare sul francese. E x questo non la porteranno a vedere il teatro .( p.s certificata con bes) vorrei sapere se è un procedimento legale grazie buona giornata.

  18. Buongiorno, la mia figlia e 2da superiore, e dislessica e discalculia, la scuola é al tanto, ma comunque abbiamo iniziato come famiglia queste percosso queste anno, dove sapendo la sua difficoltà, non so come procedere perché per matematica non so dove trovare aiuto, insegnate privato sempre stato senza buoni risultati, la mia figlia non riesce a trovare un metodo, abbiamo visto tanti modi.. ma per lei non sono efficace, si magari riuscite a aiutarmi, un GRAZIE ENORME, Alejandra

  19. Perche’ non si parla dei ragazzi\e che ci marciano sul loro essere dsa e pretendono le promozioni a prescindere da un qualunque impegno ? Forse non esistono ? E a volte ci sono ragazzi\e con difficoltà’ ben maggiori di alcuni dsa che non possono ricevere alcun aiuto: è giusto ? È giusto che , ad esempio, un ragazzo\a con problemi di memoria, scelga una scuola e si indirizzi poi verso una professione dove la memoria sia un elemento imprescindibile ? Credo che se su questo sito si voglia fare una riflessione a 360 gradi, ci siano molte altre riflessioni da affrontare per comprendere meglio questa tematica, per altro di pieno rispetto.

    • I DSA non marciano sul loro essere e non pretendono, ma hanno dei diritti perchè senza gli strumenti adatti non sarebbero in grado di poter affrontare la scuola e poi arriveremmo all’abbandono. E’ giusto arrivare ad umiliare una persona in difficoltà e portarla a lasciare la scuola? Prima di parlare, la invito a riflettere bene.
      Chi ha problemi di memoria entra nel grande calderone dei BES, quindi è tutelato a discrezione degli insegnanti.
      Vorrei farla parlare con i miei figli per spiegare tutta la sofferenza che patiscono e che hanno patito. Per fare una riflessione, basterebbe leggere i commenti disperati dei genitori, che cercano solo una buona collaborazione con gli insegnanti per un obiettivo comune: il successo della persona. Il 90% degli insegnanti non vedono, non sentono e non hanno voglia di mettersi in discussione, ma con un misero 10% facciamo ben poco. Rifletta carissimo stasera….è meglio!

    • Bravo! Ho mezze classi certificate e non mi spiegavo come mai se dico ai genitori di questi ragazzi dsa o altro che con me sono stati capaci di fare delle esposizioni notevoli, anche tecniche e in lingua straniera, invece di vederli contenti questi genitori mi rispondono di non dirlo neanche per scherzo, visto che “hanno sputato sangue per avere le certificazioni del figlio!” Ora ho scoperto che questi genitori ricevono 300euro al mese per i figli dsa e hanno l’orario flessibile al lavoro, per potere aiutare i pargoli nei compiti a casa. Peccato che in classe questi ragazzi si impegnino a disturbare a tutte le ore! Se ne rimprovero uno che si mette a mangiare la sua merenda durante l’ora, interviene il genitore infuriato, spiaccicandomi in faccia i diritti dei dsa a essere compresi e rispettati nelle loro necessità, a dispetto del resto della classe…Quando é troppo é troppo!

      • mio figlio è DSA dalla terza media e non abbiamo mai ricevuto un soldo, anzi se vuole sapere per far fronte alle diverse incapcità dei professori di insegnare tenendo conto dei problemi che i ragazzi con questi disturbi di apprendiemnto incorrono, spendiamo molti soldi per farlo seguire e permettergli di capire cioò che la scuola fatica a fare perchè più preoccupata di inseguire i programmi. Putroppo la mole di studio che molte scuole portano avanti va a discapito della sedimentazione dei concetti e degli apprendimenti che dopo poco tempo dallo studio vengono dimenticati. Quindi il senso dov’è? Mi spieghi il senso di procedere con i programmi là dove la maggior parte dei ragazzi non ha interiorizzato alcuni passaggi… esisto l’assimilazione a memoria di parti di conoscenza che poi si disperdono. La scuola italiana, e mi costa dirlo, non tiene conto del benessere dei ragazzi, un benessere che passa soprattutto dal sistema di valutazione che cade come una mannaia sulla individuo azzerandolo.
        Quindi, se leggesse attentamente quanto scritto da altri genitori si renderebbe conto che le famiglie dei ragazzi DSA non solo sono sole nella gestione dei problemi ma spesso devono compensare privatamente a costi porpri la fromazione del proprio figlio perchè la scuola pubblica non lo fa e non lo vuole fare.
        Ci vuole una visione complessa del problema prima di giudicare.

    • Caro Alessandro, navighi sul web e guardi video sui dsa che sono anche ingegneri, medici, matematici. Le pongo la domanda al contrario….. Com’ e’ che in tanti genitori, abbiamo tutti lo stesso problema? di certo qualche ragazzo ci marcera’, ma noi genitori stiamo ogni pomeriggio a leggere per loro a spiegare a cercare video mappe tabelle. Mio figlio fino a quest’ anno non sapeva di essere dislessico discalculo disortografico e disgrafico, al primo liceo gli hanno lasciato due materie, al secondo solo inglese, appena fatta certificazione gliene lasciano tre. Io ho pianto per le volte che ho alzato i toni, in precedenza, quando dovevo spiegargli le cose venti volte, poi mi sono sentita un verme perche’ e’ facile parlare quando leggi una cosa e la impari subito e la ricordi subito. Marciare???? Io farei marciare molti professori verso i campi,, che il mondo ha bisogno di braccia per l’ agricoltura.

  20. Buon giorno, …oggi mi sono accorta di essere in ottima compagnia. A parte la madre patetica che vede leso un diritto, del proprio super pargolo, quando ragazzi con problemi certificati prendono voti al pari di lui…scopro genitori , come me, che vivono questa dolorosa esperienza . Si, parlo proprio di dolore perchè io, madre di Luca e Maddalena mi trovo nella situazione, fin dalle elementari a dover “proteggere” mia figlia …dagli insegnanti !!! Luca mezzo genio, pelandrone…mi fa disperare perchè non studia niente. Maddalena, sempre alla ricerca di consensi affettivi, ha un problema di memoria a breve termine, certificato in seconda media …dopo anni di arrabbiature mie (possibile che non hai voglia di studiare??!!) ed umiliazioni da parte di una maestra elementare , ignorante e insensibile…
    Ora Maddalena fa il primo anno del liceo delle scienze umane e … dal mese di settembre, proprio l’insegnante di scienze umane (ridicola fisicamente ed intellettualmente-sarebbe stata perfetta per confermare le teorie di Lombroso) le dice davanti a tutta la classe di cambiare scuola, perchè un liceo non fa per lei…e questo non me l’ha riferito la Maddi, ma le sue compagne…che tristezza infinita…
    Il liceo che frequentano i miei figli (Luca fa lo scientifico) è molto quotato…sia per l’indirizzo scientifico, tecnologico che classico. La professoressa che, letteralmente, vessa mia figlia (facile essere severi con alunni insicuri ed in difficoltà…) è una vergogna in una struttura d’eccellenza ed io farò il possibile perchè ne paghi le conseguenze. In bocca al lupo a tutti i papà e le mamme che si trovano nella mia stessa situazione!

  21. mi correggo, il super pargolo vede difesi i propri diritti da un super padre…che non è in grado di spiegargli che non bisogna paragonarsi agli altri, ma che ognuno deve dare il meglio di se stesso…mettendo a frutto i propri “talenti”!

  22. Salve, mia figlia, lievemente disortografica, è stata giudicata in una verifica scritta di storia perfetta con 8, mentre i bimbi normodotati con 10. E’ giusto?

  23. Salve sono anch’io sulla vostra barca, essendo mia figlia dsa documentata. Vorrei sapere se è vero, come si vocifera che esiste un articolo di legge che invita o obbliga i docenti a non dare debiti in italiano o latino alle scuole superiori. Non ho trovato niente in merito

  24. Sono un’insegnante di scuola secondaria superiore, vorrei sapere se la certificazione va aggiornata nel passaggio dalla scuola media a quella superiore

    • La diagnosi non ha scadenza. Si parla eventualmente di aggiornamento che è consigliabile fare con il cambio di ordine di scuola non prima dei tre anni dalla diagnosi. Aumentando la difficoltà le strategie compensative hanno una minore efficacia,

  25. salve , mal comune mezzo gaudio ? io direi no in questo caso , perché troppi ragazzi sono costretti A DIFENDERSI dalla scuola che dovrebbe sostenerli e guidarli e scoprire il loro potenziale . mio figlio è stato bocciato al quarto anno del liceo artistico malgrado non sono stati adottati tutti gli strumenti compensativi ..un anno con attacchi di panico a scuola e certificato psicologa ignorato …” é tardi siamo quasi alla fine dell’anno , deve impegnarsi di più ” questa la risposta e alla richiesta di fargli usare il computer ( è anche disgrafico ) poteva chiederlo prima…siamo alla terza bocciatura : la prima alle medie per ritardo certificazione , nessuno degli insegnanti aveva avuto il sospetto di un disturbo dell’apprendimento , la seconda al secondo anno del liceo artistico e adesso la terza …QUANTA AMAREZZA …spero di trovare il modo per poter scrivere nel percorso scolastico di mio figlio la parola “Giustizia ” molto gradito qualche consiglio . grazie

  26. sono anni che combattiamo insieme dopo la scuola esiste
    l’abbandono .Lo stato italiano abbandona come non estessero
    i dislessici . Con diagnosi in mano nessuno se ne occupa
    ne il comune , ne la regione , ne il centro per l’impiego,
    ne l’imps. eppure esiste una legge che dichiara di che cosa hanno bisogno

  27. Sono il babbo di unaDSA e lo sono a mia volte che la scuola rincominciare sono a far presente alla coordinatrice o coordinatore che e dislessica e che con la legge 170 del 2010 lei a dei diritti ben precisi .poi faccio lo stesso con gli insegnanti ai ricevimenti la conclusione che pochi lo tengono in considerazione altri se ne fregano ( sarebbero da denuncia ) . altri non sanno nell 2018 che cose un DSA e vergognoso che gente del genere insegni alle scuole superiori .
    LS mia va al Petrocchi a PT.
    Ciao e scusate lo sfogò.
    P. S. La verità e che un DSA e totalmente a carico della famiglia .

  28. Buonasera cosa fare se la famiglia non ha possibilità di pagare una una persona per ripetizioni al pomeriggio ?mio figlio ha bisogna anche a casa purtroppo non ci sono le possibilità. la Regione nessun aiuto a noi?

  29. Mia figlia è alle superiori, è dislessica con certificazione, la scuola non ha uno sportello di ascolto e i professori, dicono che stanno osservando prima di fare il pdp. Le hanno fatto una interrogazione scritta, assurdo è proprio quello il problema, lo scrivere, ed è anche mortificante e discriminatorio. Si sta avvIlendo è volenterosa, ma non riesce a far capire il suo valore. Credo, inoltre, che prima di distruggere la psiche di mia figlia, sia doveroso da parte loro confrontarsi con noi genitori in maniera approfondita, per evitare un fallimento che la ragazza non merita. Cosa posso fare? Inoltre credo che un referente dsa ci debba essere per noi genitori e come tramite tra noi e loro. Io sono distrutta. E mia fuglia pure. Potete aiutarmi?

  30. Servono Avvocati che tutelano per legge ai ragazzi ma in Italia si danno solo consigli dalle associazioni che non servono a nulla e che non li applica nessun o
    Questa è la realtà che viviamo noi .

  31. Salve sono la mamma di Andrea ragazzo dislessico, sono tre anni che mio figlio va in un istituto professionale, e ogni anno viene rimandato a matematica e inglese, materie dove lui ha più difficoltà, questo anno fa il terzo anno è stato sospeso senza obligo di frequenza, per ben 10 gg………. Continuano a fioccare note ma la cosa più bella è che sono tre anni che il pdp non viene tenuto conto, domani ho il colloquio con la preside da me richiesto perché sono stata che una pubblica istituzione non sappia gestire un dsa, e non rispetti la legge, mio figlio dalla scuola non ha imparato nulla piuttosto ha imparato a odiare la scuola, oggi ho anche saputo che la prof di matematica lo isola per non fargli fare casino,……. Qualcuno può farmi sapere a chi posso parlare di questa cosa? Io sono estremamente convinta che si dovrebbe riformare tutta l intera istitizione scolastica visto che alcuni professori non sanno neanche insegnare, io per conto mio non starò più buona e andrò per vie legali ora basta!!!!!

  32. Io ho la bambina così e invece di aiutarci ci minacciano nonostante siamo disponibili a tutto ciò che ci chiedono di fare sono stata minacciata sia da i maestri che da i servizi sociali

  33. Visto che esiste una normativa che a quanto pare non viene rispettata dall’istituzione scolastica ,non rimane che uscire fuori da questi tragici sfoghi ed iniziare ad agire fermamente contro questi falsi educatori che pensano solo a portare avanti i loro “pupilli” (facili da gestire e che danno soddisfazione immediata) COMODA LA VITA !!!!!! senza avere altre preoccupazioni che non complichino la vita(e già!!! i DSA complicano la vita). Uniamoci tutti quanti,so che siamo tantissimi e andiamo a urlare la nostra rabbia, la nostra preoccupazione, la nostra impotenza !!!! Facciamoci sentire!!! non basta più parlare, c’è bisogno di urlarlo questo bisogno di essere veramente ascoltati. Tutti bravi a lamentarci, ma non basta, non è sufficiente, non siamo ascoltati!!!
    Bisogna andare nelle piazze !!far emergere il grosso problema e non stare zitti perché se no il docente di turno “stronzo” ci sega il figlio!! Basta aver paura bisogna tirar fuori questa rabbia che ho letto in ogni riga scritta da voi.

  34. è vero,mio figlio luca ci ha messo anima e corpo,a casa pagavo una eccellente educatrice per aiutarlo ma alla fine della scuola superiore al CFP Tusini di Bardolino (VR) hanno fatto studiare per preparazione esami degli argomenti e poi gli hanno chiesto tutta altra roba proprio per bocciarlo! non solo,dopo qualche giorno telefona a casa la preside: signora(se così si può chiamare) Speranza Gandolfi,mio figlio mette il viva voce e questa si mette a dire : caro mio non è colpa mia se non capisci niente e se i tuoi genitori ti hanno cresciuto male e non sono stati capaci di educarti. Vorrei solo che conosceste tutti Luca. Ho fatto causa alla scuola ma alla fine ho perso semplicemente perchè mi sono fidata di una istituzione…tra l’altro di Salesiani,non avevano protocollato la certificazione di luca !-maledetti,e maledetta la preside.

  35. Buon giorno a tutti, ho da porre una domanda a cui non riesco dare una risposta, nonostante, ho letto più volte la normativa. Un alunno DSA in fase adolescenziale (circa 16 anni) scopre improvvisamente che “la sua macchina fotografica” funziona in maniera diversa rispetto a quella degli altri ma non vuole esporre al gruppo classe la sua problematica, se così possiamo chiamarla, ha l’ obbligo di farlo, i prof non possono procedere ad un piano personalizzato se non si supera questo problema? Grazie per l’ attenzione, attendo risposta.

  36. Buon giorno a tutti, ho da porre una domanda a cui non riesco dare una risposta, nonostante, ho letto più volte la normativa. Un alunno DSA in fase adolescenziale (circa 16 anni) scopre improvvisamente che “la sua macchina fotografica” funziona in maniera diversa rispetto a quella degli altri ma non vuole esporre al gruppo classe la sua problematica, se così possiamo chiamarla, ha l’ obbligo di farlo? I prof non possono procedere ad un piano personalizzato se non si supera questo problema? Grazie per l’ attenzione, attendo risposta.

  37. Mio figlio è un DSA e alcuni prof.non danno niente per aiutarlo tanto è vero che quest’anno non l’anno ammesso agli esami avendo speso soldi io privatamente per farlo seguire .Non riesco a fare capire loro che non si può sempre umiliare un ragazzino dando sempre 4/5 tutte le volte quando le interrogazioni sono da 6/7 . Non so più cosa fare anche perché lui l’ha presa molto male dopo tutto quello che ha fatto per impegnarsi. Se qualcuno mi può suggerire cosa fare perché non c’è la faccio più.Grazie

  38. mio figlio è DSA dalla terza media e non abbiamo mai ricevuto un soldo, anzi se vuole sapere per far fronte alle diverse incapcità dei professori di insegnare tenendo conto dei problemi che i ragazzi con questi disturbi di apprendiemnto incorrono, spendiamo molti soldi per farlo seguire e permettergli di capire cioò che la scuola fatica a fare perchè più preoccupata di inseguire i programmi. Putroppo la mole di studio che molte scuole portano avanti va a discapito della sedimentazione dei concetti e degli apprendimenti che dopo poco tempo dallo studio vengono dimenticati. Quindi il senso dov’è? Mi spieghi il senso di procedere con i programmi là dove la maggior parte dei ragazzi non ha interiorizzato alcuni passaggi… esisto l’assimilazione a memoria di parti di conoscenza che poi si disperdono. La scuola italiana, e mi costa dirlo, non tiene conto del benessere dei ragazzi, un benessere che passa soprattutto dal sistema di valutazione che cade come una mannaia sulla individuo azzerandolo.
    Quindi, se leggesse attentamente quanto scritto da altri genitori si renderebbe conto che le famiglie dei ragazzi DSA non solo sono sole nella gestione dei problemi ma spesso devono compensare privatamente a costi porpri la fromazione del proprio figlio perchè la scuola pubblica non lo fa e non lo vuole fare.
    Ci vuole una visione complessa del problema prima di giudicare.

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