Ripartiamo da noi

Ho appena finito di leggere le parole di Elisabetta Canalis riguardo alla sua terribile perdita e non ho potuto non pensare a quanto è successo poche settimane fa ad una delle mie migliori amiche. Una gravidanza durata quasi 7 mesi che si è inaspettatamente conclusa nel giro di pochi giorni.ripartiamo da noi

Una tragedia, un caso su un miliardo, come ha detto il medico. Un virus, di quelli che se li prendi nemmeno te ne accorgi, che è passato da madre a figlio e che ha portato alla fine della vita quest’ultimo. Un controllo di routine, un dubbio del medico, un’ecografia, il battito che non c’era più, il ricovero d’urgenza, la notizia che ha scovolto i genitori. E poi l’attesa di due giorni per il parto… cesareo o non cesareo? Cerimonia o non cerimonia? E il dolore fisico di un post parto che mai, fino a qualche giorno prima, si poteva immaginare. Il fisico che si aggrava, il rischio trombosi, varie infezioni, la dimissione ed i punti che tirano.

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Allenare la capacità di essere “PRESENTI”

“Tra stimolo e risposta c’è uno spazio. In quello spazio si trova il nostro potere di scegliere la nostra risposta. Nella nostra risposta risiedono la nostra crescita e la nostra libertà”.

V. Frankl

In quello “spazio” il genitore ha infinite possibilità di sperimentazione e apprendimento. E’ lo spazio in cui sceglie di attuare un determinato comportamento e che gli offre la possibilità di imparare ad essere il genitore che desidera.

Se parliamo di genitori e figli, lo “stimolo” è il comportamento del bambino, ciò che dice, le emozioni che esprime o non esprime. La “risposta” è ciò che il genitore fa di conseguenza.  I ruoli, ovviamente, possono essere invertiti.

Spesso le risposte sono “reazioni”, ossia comportamenti non propriamente scelti ma caratterizzati da scarsa consapevolezza e intenzionalità; a volte somigliano a veri e propri riflessi, ossia a reazioni involontarie in risposta ad uno stimolo esterno. Rende bene l’idea l’espressione inglese “knee-jerk reaction” che fa riferimento al riflesso patellare, ossia al quel riflesso per il quale rispondiamo con un’estensione della gamba ad un leggero colpo sotto il ginocchio. Stimolo, reazione. Nessuna scelta, nessuno spazio tra comportamento e ciò che lo scatena.

In alcuni momenti è proprio come se venisse premuto un pulsante di accensione: il pulsante della rabbia e del rimprovero, il pulsante del senso di colpa e delle scuse, il pulsante della paura e del correre in soccorso. Altre volte il meccanismo somiglia di più a quello che fa funzionare le automobiline a carica: carico, carico, carico (di paura, di rabbia, di fastidio, di tristezza, di senso di colpa…) e poi parto a gran velocità in risposta all’emozione, in una direzione, senza nessuna capacità di raggirare gli ostacoli e di rispondere alle contingenze, scontrandomi con ciò che incontro mentre vado dritto per la mia strada.

Se avete letto il post precedente e se avete provato ad osservare il vostro comportamento con sguardo curioso, forse riuscirete ad identificare alcuni esempi che riflettono questo tipo di meccanismo. Se non l’avete già fatto provateci ora!

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Giugno: periodo di recite

Eccoli, sono lì, sul palco, coperti dal sipario. Ogni tanto qualche testolina cuorisa si affaccia per cercare il proprio genitore e la maestra, scoperto il furfantello, lo riprende.

Il genitore, fremente in platea, rovista nervosamente nella borsa, saltella sul posto (quasi fosse seduto sopra i carboni ardenti!), chiacchiera con il vicino, cerca visi conosciuti tra il pubblico e rimbrotta l’altro genitore.

Musical Pinocchio“Hai preso la macchina fotografica?”

“No”

“COME ‘NO’?!”

“Tanto abbiamo entrambi il cellulare! Tu fai le foto e io il video!”

“Ma le foto non vengono bene con il cellulare!”

“Ma c’è la fotografa che gira e fa le foto a tutti! Stiamo calmi!”

 

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La mediazione familiare per la gestione dei conflitti

La Mediazione Familiare è un percorso strutturato alla gestione costruttiva del conflitto che si fonda sull’autonomia delle parti che vi aderiscono volontariamnete e si svolge attraverso l’intervento di un terzo neutrale, imparziale e senza potere decisionale.

Per chiarire meglio la mia professione, vi racconto un caso che ho affrontato recentemente.

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Deodorante all’Aloe fatto in casa

Deodorante AloeIl deodorante è sicuramente tra i cosmetici più utilizzati e soprattutto in vista dell’estate è bene usarne uno che ci faccia sentire sempre sicuri, ma allo stesso tempo è importante prestare attenzione alla loro formulazione. I deodoranti in commercio possono contenere alluminio cloridrato, sali di alluminio, parabeni o altre sostante giudicate rischiose per la salute ed allergizzanti.

La ricetta che vi propongo è a base di bicarbonato di sodio e gel d’aloe.

Il bicarbonato sciolto in acqua crea una soluzione basica in grado di contrastare l’acidità e i cattivi odori derivanti dal sudore, lasciando allo stesso tempo la pelle libera di traspirare.

L’aloe invece è da sempre usato per le sue proprietà lenitive e cicatrizzanti. Svolge un’azione dermoprotettiva ed emolliente, ideale per una parte del corpo delicata come le ascelle.

 

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Minimo impatto: trucchi e consigli per vivere Green

Mi è sempre piaciuto cucinare… amo prendere ingredienti diversi e unirli per creare con un pizzico di abilità e di fantasia qualcosa di unico, buono e genuino. Sporcarsi le mani, sperimentare…non sempre con i risultati desiderati, vedere come dalle stesse materie prime possano uscire infinite soluzioni tutte diverse tra loro.

Poi, un giorno, il dermatologo mi consiglia di usare per una dermatite, prodotti naturali e senza profumazioni. Dopo un primo momento di disorientamento mi metto subito alla ricerca scoprendo un mondo per me sconosciuto fino a poco prima. Un mondo di marche nuove, alcune bio, altre naturali, alcune che si spacciano per tali ma non lo sono. L’unico comune denominatore di questo mondo? I prezzi, inavvicinabili per una ragazza neolaureata che cerca di sbarcare il lunario tra uno stage e l’altro.

E quindi perché non tornare alla vecchia passione della cucina e modificarla un po’. Al posto delle uova e della farina ho iniziato ad usare burro di karitè ed olio di argan; invece di una torta o dei biscotti alla fine della giornata avevo creato una crema per il viso o uno struccante.

Dopo avervi raccontato come nasce questa passione presento me e la rubrica “Minimo impatto”.

Ricette Minimo Impatto

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Tra il dire e il fare: Troviamo un punto di partenza!

In tutte le relazioni, e quindi anche in quella genitore-figlio, si osserva spesso la ripetizione degli stessi comportamenti anche se l’esperienza ne dimostra la scarsa utilità. Quante volte capita di mantenere la stessa strategia educativa anche se non è mai servita a nulla? Quante volte succede di ripetere con insistenza le stesse raccomandazioni senza il minimo risultato? E di punire comportamenti senza riuscire davvero a far sì che il bambino ne adotti in futuro uno migliore? Quante volte provate a consolare senza ottenere nessun beneficio? Se funzionate come la maggior parte degli esseri umani, avrete risposto ad almeno alcune delle domande con un “qualche volta” o “spesso”.

Perché succede? Non si dovrebbe imparare dagli errori?

Succede perché, in generale, è difficile cambiare. Lo è per grandi e piccoli allo stesso modo. Le strategie che non funzionano si mantengono perché, da qualche parte, nascondono un vantaggio a breve termine e perché spesso sono vere e proprie abitudini, caratterizzate quindi da scarsa intenzionalità e poca consapevolezza.

Tra il dire e il fareProprio per questi motivi, fornire informazioni  per affrontare le difficoltà che possono essere sperimentate nella relazione genitore-figlio è utile ma non sufficiente: non va infatti data per scontata la capacità del genitore di fare ciò che gli è stato insegnato o consigliato. E’ infatti difficile far sì che riesca ad interrompere le dinamiche che risultano non funzionali e fonte di stress senza che vengano adeguatamente presi in considerazione i suoi pensieri e le sue emozioni; il genitore deve essere “allenato” a notare e modificare comportamenti automatici, a porre l’attenzione su ciò che funziona e cosa no piuttosto che continuare ad agire sulla base di convinzioni rispetto a ciò che un genitore deve o non deve fare. Il genitore non può quindi solo essere “istruito”, deve essere anche aiutato a colmare lo spazio tra il “dire” e il “fare”.

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Adolescenza: come cambia il corpo e l’immagine di sè

Durante l’infanzia e l’adolescenza, il corpo umano è interessato da continui fenomeni di crescita e rimodellamento, alcuni dei quali cessano nell’età adulta, mentre altri permangono per tutta la vita.

La crescita può essere intesa anche come la differenziazione e lo sviluppo delle funzioni organiche e psichiche. Nella crescita di ogni individuo intervengono fattori intrinseci ed estrinseci, ovvero  elementi che interagiscono secondo un modello geneticamente preordinato, seguendo un percorso pre-costituito di crescita spontanea in cui nessun intervento è possibile, e, al contrario, elementi ambientali, dove la possibilità di interazione è elevata.  La famiglia, gli insegnanti ma anche il gruppo dei pari o le varie figure di riferimento possono avere un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini.

Ragazzi WeFree

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Vacciniamoli Tutti!

“Ogni 20 secondi muore un bambino”: a  volte le parole possono colpirci come pietre.
UNICEF da sempre lotta per salvare i bambini di tutto il mondo e questa ultima campagna, lanciata qualche settimana fa, si pone un obiettivo davvero ambizioso: debellare la polio ed estendere al 100% dei bambini le vaccinazioni di routine entro il 2018.
Vacciniamoli tutti
Ascolta l’intervista che abbiamo realizzato ad Andrea Iacomini, Portavoce di Unicef Italia


Benvenuti #acasa! Emozione e abbracci per le 24 famiglie adottive

In certe occasioni è difficile trovare le parole giuste per esprimere grandi emozioni.. e questa è una di quelle 🙂

Forse perchè ho seguito questa incomprensibile vicenda fin dall’inizio; forse perchè per me il tema dell’adozione è un argomento che mi ricorda quando ero piccola e alla mia famiglia, il Tribunale di Varese, affidava bambini per brevi o lunghi periodi; forse, più semplicemente, perchè vedere una mamma e un papà che abbracciano il proprio figlio, atteso da mesi, è qualcosa che non può lasciare indifferenti.

In quell’abbraccio è racchiusa l’essenza dell’essere genitori: l’attesa, la paura, i timori e infine… la grande gioia.

Poco prima di partire per l’Italia, il Presidente dell’associazione Enzo B, Cristina Nespoli, ha scritto questo breve pensiero:

Oggi abbiamo posto solo per la felicità. Riportiamo i nostri bimbi adottati alle loro famiglie che li aspettano da così tanto tempo, torniamo a casa anche noi.

E torna anche la mia collega Elisa che ha condiviso quattro mesi della sua vita con questi bimbi. Torno anche io con il cuore un pochino più leggero.

Non si salva il mondo ma certo è una bella sensazione. E io sono ancora più felice perché oggi è anche nata la figlia della mia collega Irene.

Ci sono voluti sette mesi ma grazie al lavoro costante del Ministero Affari Esteri in collaborazione con la Commissione Adozioni Internazionali saremo finalmente a casa.

E noi di FamilyLife siamo riusciti ad antervistarla: