Quel cappotto rosso

Ieri, 27 gennaio 2015, è stato il Giorno della Memoria.

Vedo passarmi accanto tutto ciò che in questi anni di vita ho visto, letto e sentito riguardo alle vittime dell’Olocausto: gli studi fatti a scuola, ciò che ho raccolto da sola per saperne di più, le parole dei superstiti nelle pellicole dell’epoca e negli incontri sul tema. Ma non dimenticherò mai quel cappotto rosso visto per la prima volta, quello della bambina di “Schindler’s List”. Non ricordo quanti anni avessi ma non avevo più di dieci anni. Quella sera volevo vedere un altro film ma i miei genitori mi dissero che dovevo assolutamente vedere quel film in bianco e nero che a me, già solo per il fatto che era senza colori, sembrava noioso. “E’ come una medicina, la devi prendere per forza!”, “Ma io non sto male!”. Poi il film è iniziato e dopo poco ho capito cosa intendevano dire.

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Amo il Natale perchè…

Sono affetta da quella malattia che è la “Natalite”. Ne sono affetta in forma acuta. Amo tutto del Natale, dall’atmosfera di amore e pace ai colori, dai canti alle decorazioni… tutto!

Faccio parte di quel gruppo di persone (che ogni anno aumenta) che addobba casa appena finito Halloween. Il primo finesettimana di novembre mia figlia, il mio compagno ed io andiamo in cantina, prendiamo gli scatoloni e ne apriamo il contenuto sotto le note di tutte quelle deliziose musichette natalizie. Ogni anno ci inventiamo qualcosa di nuovo, compriamo qualche addobbo nuovo ai mercatini o semplicemente lo creiamo insieme in qualche pomeriggio piovoso e rendiamo casa ogni anno differente.

Natale

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La scuola non mi piace – parola di mamma

I tagli, la crisi, la società, il tempo, il pincopallino… di chiunque sia la colpa, la scuola italiana non funziona, a mio modesto parere.

ABBASSO LA SQUOLA

Molte delle regole e delle consuetudini che ancora sono in vigore (e che alcuni genitori imperterriti continuano pure a difendere) avevano ragione di esistere 50 anni fa, ma ora, dovrebbero essere totalmente cambiate (sempre a mio modestissimo parere).

Un esempio? Esagero, ve ne faccio 10.

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Ora riesco a dirlo ad alta voce: soffro di DCA

Parliamoci chiaro, non che non lo sapessi già, ma quando i medici del centro che frequento a Roma, mi diedero il loro responso, e cioè che soffrivo di DCA e che ero depressa, il mondo mi cadde letteralmente addosso.

Non so spiegare bene il perché ma il fatto che qualcuno mi dicesse la verità nuda e cruda guardandomi negli occhi, con tanto di spiegazioni scientifiche e logiche, è stato come fare una doccia fredda.

Federica Alderighi

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Estate, torna l’incubo degli animali abbandonati

Torna l’estate, torna l’incubo dei numerosi casi di abbandono di animali.

Cani, gatti, uccelli, tartarughe e tanti altri animali vengono lasciati sul ciglio della strada, nei parchi pubblici o in radure poco frequentate dai loro “padroni”.

Ma la parola “padrone” è davvero il termine che vogliamo usare? Essere “padrone” di qualcosa impone l’averne la proprietà e il possesso e non trovo giusto il concetto di possedere ed essere proprietario di un essere vivente. Preferisco la parola “compagno”.

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Bikini per bambine, no grazie

Dovete scusarmi, mi è sempre stato detto che sono “francescana”, per me alcuni argomenti sono o totalmente bianchi o totalmente neri, non vedo vie di mezzo, nessun grigio è ammesso.

Uno di questi è il bikini per bambine. Appena vedo una bimba under 11-12 con un due pezzi, mi prende il nervoso.

Ma per quale motivo una bambina, una nanerottola, uno scricciolo con le forme morbide di un tronchetto della felicità, dovrebbe portare il due pezzi?

bikini per bambine? no grazie

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Ripartiamo da noi

Ho appena finito di leggere le parole di Elisabetta Canalis riguardo alla sua terribile perdita e non ho potuto non pensare a quanto è successo poche settimane fa ad una delle mie migliori amiche. Una gravidanza durata quasi 7 mesi che si è inaspettatamente conclusa nel giro di pochi giorni.ripartiamo da noi

Una tragedia, un caso su un miliardo, come ha detto il medico. Un virus, di quelli che se li prendi nemmeno te ne accorgi, che è passato da madre a figlio e che ha portato alla fine della vita quest’ultimo. Un controllo di routine, un dubbio del medico, un’ecografia, il battito che non c’era più, il ricovero d’urgenza, la notizia che ha scovolto i genitori. E poi l’attesa di due giorni per il parto… cesareo o non cesareo? Cerimonia o non cerimonia? E il dolore fisico di un post parto che mai, fino a qualche giorno prima, si poteva immaginare. Il fisico che si aggrava, il rischio trombosi, varie infezioni, la dimissione ed i punti che tirano.

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Giugno: periodo di recite

Eccoli, sono lì, sul palco, coperti dal sipario. Ogni tanto qualche testolina cuorisa si affaccia per cercare il proprio genitore e la maestra, scoperto il furfantello, lo riprende.

Il genitore, fremente in platea, rovista nervosamente nella borsa, saltella sul posto (quasi fosse seduto sopra i carboni ardenti!), chiacchiera con il vicino, cerca visi conosciuti tra il pubblico e rimbrotta l’altro genitore.

Musical Pinocchio“Hai preso la macchina fotografica?”

“No”

“COME ‘NO’?!”

“Tanto abbiamo entrambi il cellulare! Tu fai le foto e io il video!”

“Ma le foto non vengono bene con il cellulare!”

“Ma c’è la fotografa che gira e fa le foto a tutti! Stiamo calmi!”

 

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