Come abbiamo detto in uno dei nostri post precedenti, in cui abbiamo parlato dei fattori di rischio e dei campanelli d’allarme dei disturbi dell’apprendimento (per approfondire leggi “Mio figlio ha un DSA? Fattori di rischio e campanelli d’allarme”), è ormai dimostrato e comunemente accettato all’interno della comunità scientifica che i DSA (e tra questi la dislessia in modo particolare) si innestano su una predisposizione dell’individuo relativa a differenze neurobiologiche.
Questo fa si che la dislessia e i DSA debbano essere concepiti come una caratteristica intrinseca della persona, di cui sono state dimostrate la familiarità (cioè la maggiore probabilità che la difficoltà si manifesti in bambini appartenenti a famiglie in cui altre persone l’avevano evidenziata) e i correlati neurobiologici (ad esempio un particolare funzionamento di alcune aree cerebrali deputate alla lettura).