Siamo nell’era social e in tutte le classi del mondo ormai vediamo fioccare quella che io chiamo la “mamma social”. Chi è la mamma social? Beh, è un essere ibrido un po’ umana un po’ bacheca di Facebook. Ella vive parlando e colloquiando con le altre mamme, ma è sempre perennemente attaccata al cellulare e all’ipad. Fa le foto con istagram (per dargli tutti quei begli effettini che coprono le macchie della pelle e fanno sembrare interessante anche un vaso di fiori secchi) e poi le pubblica su Facebook, ha le mail di tutti e chatta invece che mandare messaggini o chiamare. Parla in modo molto ‘social’, condendo tutto con molti interessanti (?) neologismi inglesi, tanto che le mamme più tradizionali (notorialmente anti-social) spesso non capiscono cosa dica. La mamma social non per forza ha un lavoro 2.0, l’essere social spesso è semplicemente una vocazione, una specie di cromosoma in più che ha scoperto quando Facebook è entrato nelle vite di tutti noi… ma un po’ di più nella sua.
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Stiliste per gioco: una gonna per la sua Barbie
Causa malanni di stagione e brutto tempo ultimamente ho trascorso intere giornate in casa con i miei bimbi e per evitare che impazzissimo in 3 li tenevo impegnati con qualche lavoretto manuale che a loro piacciono tanto. Un pomeriggio in particolare l’ho dedicato a mia figlia e ci siamo messe a creare una gonna per la sua Barbie, provate anche voi è un lavoro semplice che potrete far fare alle vostre figlie senza grandi problemi, mia figlia ha 6 anni e per la prima volta ha utilizzato ago e filo e ha testato a piccole dosi la macchina da cucire, nel caso aveste paura a fargliela utilizzare oppure non l’avete, in commercio esistono delle colle per stoffe molto efficaci e facili da usare.
Un centrotavola versatile… fatto con le cannucce colorate
Fuori piove. Uffa… cosa facciamo?
Con Pepita Onlus scopriamo giorno per giorno il mondo del GIOCO IN FAMIGLIA. Utili consigli e percorsi di animazione sono proposti ogni mese in modo semplice e divertente da Ciccio Pasticcio, il personaggio pasticcione e colorato che sa come far ritornare il sorriso anche al bimbo più imbronciato.
Il tempo ritrovato nella “tranquillità” di casa è una splendida occasione per ripercorrere con la memoria momenti piacevoli che aiutano a riscaldare il cuore e gli affetti. I grandi sbrigano piccoli lavori o riordinano qua e là, i piccoli osservano, aiutano e qualche volta… creano qualche scompiglio rumoroso. Ad esempio…
Quando fuori piove… Nooo! Oggi piove! Uscire è più complicato, a scuola si va in auto tagliando le code nel traffico. I bambini quando piove tendono a essere più agitati, a volte turbolenti, andare al parco è impossibile e tutto il giorno in casa…un delirio! Cosa possiamo fare?
Lo abbiamo chiesto a Ciccio Pasticcio. Vediamo cosa ci racconta questa volta.
A che gioco giochiamo?
Per ogni bambino il gioco rappresenta un’occasione per fare esperienze utili e significative che favoriscono la sua crescita, l’apprendimento e la capacità di mettersi in relazione con l’altro. Giocare risveglia la fantasia e stimola la creatività, mentre il bambino impara ad avere fiducia nelle proprie capacità e a scoprire se stesso sviluppando gradualmente la sua personalità.
Riconoscendo il fondamentale valore del gioco per una crescita armonica dell’individuo, Pepita Onlus, cooperativa sociale dedita alla progettazione e realizzazione di percorsi di formazione e laboratori socio-educativi per piccoli e adolescenti, ha pensato di offrire ai genitori in questa rubrica una serie di riflessioni e tante proposte di gioco.
Ascolta l’Intervista al Dott. Ivano Zoppi, Presidente di Pepita Onlus
Quel cappotto rosso
Ieri, 27 gennaio 2015, è stato il Giorno della Memoria.
Vedo passarmi accanto tutto ciò che in questi anni di vita ho visto, letto e sentito riguardo alle vittime dell’Olocausto: gli studi fatti a scuola, ciò che ho raccolto da sola per saperne di più, le parole dei superstiti nelle pellicole dell’epoca e negli incontri sul tema. Ma non dimenticherò mai quel cappotto rosso visto per la prima volta, quello della bambina di “Schindler’s List”. Non ricordo quanti anni avessi ma non avevo più di dieci anni. Quella sera volevo vedere un altro film ma i miei genitori mi dissero che dovevo assolutamente vedere quel film in bianco e nero che a me, già solo per il fatto che era senza colori, sembrava noioso. “E’ come una medicina, la devi prendere per forza!”, “Ma io non sto male!”. Poi il film è iniziato e dopo poco ho capito cosa intendevano dire.
“Proteggiamo i bambini insieme”: Terre des Hommes scende in campo per salvare 600 bambini e adolescenti da violenze ed abusi.
In Italia sono ancora troppi i bambini che hanno subìto qualche forma di violenza. Gli ultimi dati parlano di più di 5.100 bambine e bambini vittime di reati come omicidio, maltrattamento, violenza sessuale, prostituzione, pornografia, che hanno richiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine.[1]
Questo numero, di per sé terribile, è tanto più drammatico se si pensa che 10 anni fa erano 3.311, con un incremento del 56%. Sono cresciuti dell’87% i maltrattamenti in famiglia (passando da 751 nel 2004 a1.408 vittime nel 2013, il 51% femmine) così come l’abbandono di minori (+94%) e le violenze sessuali aggravate (+42%).
Ditelo con i fiori: la nuova rubrica di Family Life
Un aperitivo solidale…. formato famiglia
Natale ormai è alle porte e tutta la Community di FamilyLife ha deciso di scambiarsi gli auguri di Natale in un modo un pò particolare.
Grazie alla collaborazione che da tempo abbiamo avviato con la Comunità di Sanpatrignano, in brevissimo tempo, abbiamo organizzato un aperitivo solidale dedicato agli amici, ai Presidenti di Associazioni, ai giornalisti e alle blogger che collaborano con noi.
L’appuntamento era per giovedì 18 dicembre presso il nuovo Spazio Sanpa che si trova all’ingresso di Iper Portello a Milano.
(mi raccomando…passate ad assaggiare le buonissime piadine che preparano ogni giorno questi fantastici ragazzi! Il locale è stato appena rinnovato ed è molto accogliente)
RunBabyRun, la magica imperfezione di un mondo ovale
Che cosa succede quando una mamma si ritrova in casa due piccoli rugbisti?
Che a furia di assistere a mischie furibonde e placcaggi temerari, ma anche alla magia dello “spirito di squadra” che caratterizza un’attività sportiva nobile come il rugby, s’innamori di questo sport.
E, raccogliendo al volo l’intuizione dell’allenatore della squadra dei figli, lo aiuti a dar vita a un metodo per insegnare il gioco della palla ovale anche ai più piccoli, convinta che i valori del rugby siano fondamentali per imparare fin da subito a superare le proprie difficoltà e capire l’importanza della condivisione.
È la storia di Chiara Gatelli, milanese di 53 anni, grafica editoriale e pubblicitaria che l’anno scorso ha dato una sterzata alla sua vita professionale, facendo nascere insieme all’istruttore argentino Pablo Perata “RunBabyRun”, «il primo metodo di motricità con la palla ovale per bambini e bambine dai 3 ai 6 anni».
Ascolta l’intervista radio realizzata dalla nostra Speaker Marta Ferrari a Chiara: