Difficoltà a scuola non vuol dire necessariamente DSA

Nel post introduttivo di questa rubrica, abbiamo visto come le difficoltà scolastiche siano davvero molto comuni, e su questo c’è accordo tra tutte le figure adulte che si prendono cura dei bambini: genitori, insegnanti, professionisti. Il fatto che tali difficoltà siano frequenti, però, non significa che ci sia chiarezza sui fattori da cui hanno origine e, di conseguenza, sul modo in cui affrontarle. Al contrario, non è facile comprendere i fattori che hanno contribuito allo sviluppo di una situazione problematica che riguarda la scuola: le motivazioni sottostanti possono essere diverse e raramente un solo aspetto è sufficiente per spiegare come mai il bambino non riesce ad ottenere i risultati sperati.

La prima utile da fare, se vogliamo comprendere il concetto di “Disturbo Specifico dell’Apprendimento” (DSA), è distinguerlo dalle generiche “difficoltà di apprendimento”.

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Giornata per le famiglie “…pronti, PRESENTI? Via!”

Domenica 21 settembre, per i bambini e i genitori della quarta A dell’Istituto San Giuseppe di Milano, è stata una giornata molto particolare.

mi piacerebbe

Si è infatti svolta, presso i bellissimi giardini del Convento dei Frati Cappuccini di Varese, la presentazione del progetto didattico sperimentale Momento x Momento = MOMENTO2

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F@Mu 2014 – la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo

“I bambini di oggi sono gli adulti di domani
aiutiamoli a crescere liberi da stereotipi
aiutiamoli a sviluppare tutti i sensi
aiutiamoli a diventare più sensibili
un bambino creativo è un bambino più felice”
Bruno Munari
Il 12 ottobre prossimo, in occasione di F@Mu 2014 | Il Filo di Arianna, la Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo, su tutto il territorio del Paese musei, fondazioni ed esposizioni temporanee si apriranno alle famiglie con attività didattiche, giochi a tema, iniziative speciali e attività pensate apposta per l’occasione.
logo_f@mu _ OBBLIGATORIO

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Un luogo per condividere: con un piccolo gesto aiutiamo i ragazzi a rinascere!

Non è stato facile guardarmi allo specchio e trovare una Sara che valeva, che poteva essere qualcuno aldilà delle droghe.

Mi ero illusa, mi ero maledettamente illusa di essere diventata importante. Voluta. Cercata.

Tutti mi cercavano perché ero quella più trasgressiva, quella che si mangiava più pasticche, quella che vendeva il fumo, mi sentivo la più giusta, mi sentivo di stare nel giusto. Finalmente mi ero costruita il mio personaggio e mi faceva stare bene. Poi anche fisicamente finalmente mi piacevo, tutte le mie paranoie sul mio aspetto fisico erano svanite, mi vedevo bella, ogni volta che mi mettevo davanti allo specchio stavo bene.

Questo mi dava ancora più forza. Conciliare però questa vita con gli impegni era praticamente impossibile, perché il mio unico pensiero era quello di come fare i soldi, di come organizzare i mie traffici e le serate in discoteca.

A scuola decisi di non andarci più, finito il terzo anno mi ritirai. A casa mi sentivo soffocare, ci stavo troppo stretta, così me ne andai.

Da quel giorno iniziai a vivere per strada, dormivo dove capitava. Ogni tanto dormivo da Maicol o Sharon, ma perlopiù stavo in giro. Ero distrutta, irriconoscibile. Non ce la facevo più. Uno zombie che vagava, ogni giorno rischiavo di morire. Di addormentarmi su qualche cartone e di non svegliarmi più. Se ci ripenso, in fondo lo speravo. Ma io ero giovanissima.

Una sera ho avuto paura, davvero paura. Per fortuna!!!! Non sentivo più niente. Eppure quella sera ho sentito la paura e quella mi ha salvata.

Quella volta ero sicura….dovevo risalire dal mio fondo.

Sara, una ragazza della Comunità di San Patrignano

Quando di si parla di dipendenze (qualsiasi dipendenza!) è difficile capire cosa spinge una persona a volersi così male da rischiare di morire.

Se poi “quella persona” è tuo figlio….l’inconprensione è assoluta e i sensi di colpa insopportabile.

Mi è capitato di parlare con i genitori dei ragazzi inseriti nella Comunità di recupero di San Patrignano e mi ha molto colpito l’incredulità e lo sgomento per non aver compreso i propri figli.

Ragazzi comunità

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Imparare a stare “attenti”: strategie di Mindfulness con i più piccoli

“Stai attento!”

“Ma possibile che tu non stia mai attento?”

“Se tu stessi un po’ attento…”

Quante volte ci capita di pronunciare parole di rimprovero di questo tipo?

“Stai attento”: siamo certi che i nostri piccoli interlocutori capiscano esattamente cosa stiamo chiedendo loro? E poi, siamo sicuri che siano davvero sempre capaci di soddisfare tale richiesta?

Provate a fare questa domanda ad un bambino: “cosa significa, secondo te, stare attento?”. Vi renderete presto conto di come il concetto di attenzione venga spesso messo in relazione con la scuola (e tutto ciò che ha a che fare con essa: lezioni da ascoltare, verifiche da fare, materiale da studiare, compiti da eseguire…) e spesso, al rimprovero.

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“Perché ti ha sgridato la maestra?” “Perché non ero attento”. Un classico!

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Millefoglie con crema allo squacquerone, fragole e pistacchi di Bronte

Mi chiamo Fabio Rossi e sono chef dell’agriturismo Vite da gennaio 2008.

Prima ne sentivo solo parlare, conoscevo in modo approssimativo quello che la Comunità di San Patrignano era, di cosa si occupava e cosa producevano per autosostenersi.

Chef Fabio Rossi

Una volta entrato in questa realtà mi sono accorto che soprattutto in alcuni settori più a stretto contatto con Vite, si producevano alcune eccellenze gastronomiche quali, i salumi di mora Romagnola e i formaggi sia freschi che affinati, veramente affinati, non come molti prodotti che si trovano in commercio.

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Sveglia, corsa e colazione per tornare in forma !

Si è svolta lo scorso 24 settembre la seconda  tappa della Vis Light Run, l’evento dedicato a tutte quelle donne che vogliono ripartire di slancio dopo le vacanze estive, grazie alla sana alimentazione e allo sport.

VisLightRunAscolta il lancio radio realizzato dalla nostra Speaker Marta Ferrari

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