Peter Pan vola in aiuto dei bambini

C’era una volta…

Quasi tutte le fiabe iniziano così ma anche quelle favole che ogni giorno viviamo, potrebbero avere questo inizio.

C’era una volta quindi un autore che decise, per un concorso, di cimentarsi in un sequel dedicato a Peter Pan.

I luoghi e il “suo” Peter, insieme a tutti gli altri personaggi, dovevano essere esattamente come nel mitico originale di James Mattew Barrie ma la storia poteva crearla totalmente lui. Purtroppo il concorso non lo vinse ma non disperò, si era talmente affezionato ai suoi ragazzi che decise di rendere davvero eroiche le loro gesta: decise di donare i diritti della vendita del libro ad una ONLUS differente ogni anno.

Peter Pan e la Straordinaria Macchina di Lord Rubbish di Max J. Aldridge

Nel 2014 la scelta è ricaduta su una associazione che da quindici anni si occupa di contrastare la pedofilia e l’abuso sui minori: IAD BAMBINIANCORA.

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Un aperitivo solidale…. formato famiglia

Natale ormai è alle porte e tutta la Community di FamilyLife ha  deciso di scambiarsi gli auguri di Natale in un modo un pò particolare.

Grazie alla collaborazione che da tempo abbiamo avviato con la Comunità di Sanpatrignano,  in brevissimo tempo,  abbiamo organizzato un aperitivo solidale dedicato agli amici, ai Presidenti di Associazioni, ai giornalisti e alle blogger che collaborano con noi.

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L’appuntamento era per giovedì 18 dicembre presso il nuovo Spazio Sanpa che si trova all’ingresso di Iper Portello a Milano.

(mi raccomando…passate ad assaggiare le buonissime piadine che preparano ogni giorno questi fantastici ragazzi! Il locale è stato appena rinnovato ed è molto accogliente)

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Un luogo per condividere: con un piccolo gesto aiutiamo i ragazzi a rinascere!

Non è stato facile guardarmi allo specchio e trovare una Sara che valeva, che poteva essere qualcuno aldilà delle droghe.

Mi ero illusa, mi ero maledettamente illusa di essere diventata importante. Voluta. Cercata.

Tutti mi cercavano perché ero quella più trasgressiva, quella che si mangiava più pasticche, quella che vendeva il fumo, mi sentivo la più giusta, mi sentivo di stare nel giusto. Finalmente mi ero costruita il mio personaggio e mi faceva stare bene. Poi anche fisicamente finalmente mi piacevo, tutte le mie paranoie sul mio aspetto fisico erano svanite, mi vedevo bella, ogni volta che mi mettevo davanti allo specchio stavo bene.

Questo mi dava ancora più forza. Conciliare però questa vita con gli impegni era praticamente impossibile, perché il mio unico pensiero era quello di come fare i soldi, di come organizzare i mie traffici e le serate in discoteca.

A scuola decisi di non andarci più, finito il terzo anno mi ritirai. A casa mi sentivo soffocare, ci stavo troppo stretta, così me ne andai.

Da quel giorno iniziai a vivere per strada, dormivo dove capitava. Ogni tanto dormivo da Maicol o Sharon, ma perlopiù stavo in giro. Ero distrutta, irriconoscibile. Non ce la facevo più. Uno zombie che vagava, ogni giorno rischiavo di morire. Di addormentarmi su qualche cartone e di non svegliarmi più. Se ci ripenso, in fondo lo speravo. Ma io ero giovanissima.

Una sera ho avuto paura, davvero paura. Per fortuna!!!! Non sentivo più niente. Eppure quella sera ho sentito la paura e quella mi ha salvata.

Quella volta ero sicura….dovevo risalire dal mio fondo.

Sara, una ragazza della Comunità di San Patrignano

Quando di si parla di dipendenze (qualsiasi dipendenza!) è difficile capire cosa spinge una persona a volersi così male da rischiare di morire.

Se poi “quella persona” è tuo figlio….l’inconprensione è assoluta e i sensi di colpa insopportabile.

Mi è capitato di parlare con i genitori dei ragazzi inseriti nella Comunità di recupero di San Patrignano e mi ha molto colpito l’incredulità e lo sgomento per non aver compreso i propri figli.

Ragazzi comunità

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La scuola non mi piace – parola di mamma

I tagli, la crisi, la società, il tempo, il pincopallino… di chiunque sia la colpa, la scuola italiana non funziona, a mio modesto parere.

ABBASSO LA SQUOLA

Molte delle regole e delle consuetudini che ancora sono in vigore (e che alcuni genitori imperterriti continuano pure a difendere) avevano ragione di esistere 50 anni fa, ma ora, dovrebbero essere totalmente cambiate (sempre a mio modestissimo parere).

Un esempio? Esagero, ve ne faccio 10.

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Frida Kahlo vista con gli occhi di un bambino

Inauguro la mia rubrica sperimentale madre/figlio con la recensione di una delle super mostre del 2014, Frida Kahlo alle scuderie del Quirinale.

La mostra fa parte di un progetto dei comuni di Roma e di Genova, dedicato all’artista messicana e diviso per l’appunto in due tappe: la prima – romana, visitabile fino al 31 agosto – che indaga l’opera di Frida in relazione agli artisti e ai movimenti che sono stati di riferimento per lei; la seconda – genovese, che inaugurerà il 20 settembre al palazzo Ducale- si concentrerà sulla sfera privata dell’artista e sul suo tormentato rapporto con Diego Rivera, l’amore della sua vita.
L’opera di Frida Kahlo, devo dire, non è facile da mostrare ad un bambino perché bisogna riuscire a spiegare la convivenza con la malattia, i dolori cronici, la depressione, la passione, la mancata maternità, il tradimento.
Ludovico disegna dal vivo un autoritratto di Frida