I tagli, la crisi, la società, il tempo, il pincopallino… di chiunque sia la colpa, la scuola italiana non funziona, a mio modesto parere.
Molte delle regole e delle consuetudini che ancora sono in vigore (e che alcuni genitori imperterriti continuano pure a difendere) avevano ragione di esistere 50 anni fa, ma ora, dovrebbero essere totalmente cambiate (sempre a mio modestissimo parere).
Un esempio? Esagero, ve ne faccio 10.
1. Le vacanze.
Tre mesi di vacanza? Ma siamo matti?! Un tempo le donne non lavoravano, le scuole non erano coibentate e il tempo (metereologicamente parlando) era stabile, faceva caldo da giugno a settembre. Ma ora quasi tutte le donne lavorano (o cercano di lavorare), le scuole sono spesso e volentieri coibentate e abbiamo dei mesi estivi che sembrano più invernali che altro. Meglio allora più vacanze durante l’anno che 3 mesi consecutivi durante l’estate! Perchè una famiglia deve essere messa in crisi? Perchè bisogna pagare fior di quattrini per corsi estivi, tate, campi scuola e altro? Perchè?
2. La durata della giornata a scuola.
Un normale impiego termina tra le 18.00 – 18.30. La scuola (se a tempo pieno e, pure qui, ci sono poche classi a tempo pieno) termina alle 16.00. Per quale motivo un genitore deve scapicollarsi, prendere permessi, ricorrere ai nonni (se ci sono e se sono disponibili) o pagare una tata? Perchè una società in crisi deve essere ulteriormente spremuta? Perchè non ricorriamo al consolidato ed efficacie metoto applicato in molti paesi stranieri in cui la scuola termina alle 18.00 – 18.30?
3. Lo sport.
Per “sport” intendo quello vero e non un “buttatevi al campetto, questa è la palla”. Il termine “educazione fisica” dice molto… dove sta l’educazione fisica nel far giocare a calcio o a pallavolo 25 ragazzini in maniera totalmente autogestita o fargli passare un’ora a chiacchierare? Ma non parlo solo delle due ore durante la mattinata scolastica, parlo anche di quello pomeridiano. All’estero non sono pochi i casi di scuole dove dopo pranzo si pratica anche una – o più – attività sportive. Il lavoro non ti dà la possibilità di assentarti e portare tuo figlio a calcio o a danza, i soldi non sono sufficienti per pagare altre attività. A volte un bambino deve fare anche ripetizioni… può davvero una famiglia pagare sia le ripetizioni che una attività sportiva? Perchè si deve essere costretti a scegliere?
4. La lingua Inglese.
Il lavoro non ti paga più così tanto da permetterti corsi di lingua pomeridiani (e poi chi li porta?) o vacanze in Inghilterra o università straniere, quindi per quale motivo la lingua inglese non viene insegnata DAVVERO? Perchè ci tocca assistere ad insegnanti con forte accento di alcune regioni italiche che commettono gravi errori, non solo di pronuncia, ma anche di grammatica? Perchè abbiamo quelle poche e sparute ore settimanali? Chiunque sa che ormai ad un colloquio di lavoro l’intervistatore guarda prima la sezione delle lingue straniere parlate che quella del nome e cognome. Perchè non preparare meglio i nostri figli ad un mondo sempre più cosmopolita, a città sempre più multietniche, a lavori sempre più multi-lingue e ad un mondo del lavoro sempre più agguerrito?
5. La povertà della scuola.
La scuola è povera… ahinoi lo sappiamo, ma trovo assurdo che mi si chieda addirittura di portare sapone e carta igienica, gesso e cancellini. Devo aggiungere qualcosa?!
6. Inserimeto o mensa che non apre?
Questo non accade in tutte le scuole, ma in molte sì. Spesso infatti gli istituti si mascherano dietro alla scusa dell’inserimento per giustificare un inizio delle lezioni full time dopo 3 settimane. Il lavoro non ti dà 3 settimane per prendere tuo figlio prima alle 11, poi alle 12, poi alle 13 e infine alle 16. Diciamo la verità: la mensa (non si sa per quale diamine di motivo) riapre 3 settimane dopo l’inizio ufficiale delle lezioni. Anche qui, perchè?!
7. L’informatica come materia di insegnamento?!
L’informatica non è una materia, non può essere ancora, nell’anno 2014, considertata una materia! Tocca che prima o poi ci svegliamo e la vediamo per quello che è: un mezzo, uno strumento utile per apprendere al meglio TUTTE le altre VERE materie. A mio avviso è allucinante vedere le maestre pro-tablet e maestre anti-tablet. I tablet, le lavagne elettroniche e tutti questi nuovi strumenti si devono affiancare ai vecchi, cari quaderni e libri. La carta esisterà sempre e bisogna saper scrivere con la penna e la matita ma bisogna altrettanto saper utilizzare questi strumenti elettronici che sempre di più ci coinvolgeranno. Saper utilizzare nella maniera corretta computer e tablet aiuta anche i ragazzi a conoscere questi mezzi che possono, lo sanno tutti, essere anche delle terribili trappole.
8. L’ignoranza sull’uso dei mezzi informatici e del web.
A scuola di mia figlia le – poche – lavagne elettroniche presenti (acquistate per la maggior parte grazie ai buoni dei supermercati) nelle classi vengono usate dai bambini per vedere i video su YouTube durante la ricreazione, questo perchè le insegnanti non le sanno usare e non intendono imparare. A scuola di mia figlia la maggior parte delle insegnanti non ha la mail e non sa riconoscere una calcolatrice di ultima generazione da uno smartphone. Perchè ci lamentiamo che la scuola è povera però se ha un qualcosa di innovativo e funzionale viene usato per vedere i video di Violetta? Perchè gli insegnanti non vengono OBBLIGATI ad apprendere i nuovi mezzi di comunicazione?
9. L’ingoranza sui pericoli del web.
A scuola di mia figlia ci sono stati frequenti e ripetuti atti di bullismo e cyber bullismo. Per quale motivo non ci sono corsi di aggiornamento obbligatori e frequenti sui pericoli del web? Perchè le insegnanti non sanno nemmeno cosa è il cyber bullismo? E perchè le mamme non si rivoltano? Qui faccio una critica alle tante mamme che hanno smartphone, leggono le notizie sul web e hanno uno o più profili sui socialnetwork. Mamme, perchè sono siete sotto la scuola a chiedere informazioni e a pretendere che le maestre facciano qualcosa per sè stesse e per i loro alunni? Una scuola sicura è una scuola migliore!
10. Maggiore collaborazione tra genitori e corpo insegnante.
E qui mi ricollego al punto precedente. Le mamme italiane mi sembrano molto puntigliose su questioni di poco conto, come per esempio la scelta o meno della maestra di far indossare anche alle elementari il grembiule, ma non si inquietano se si scopre che la maestra di inglese (che paghiamo!) è una capra o se ci sono atti di bullismo nelle classi. Noi mamme stressiamo le insegnanti con ogni piccola inutile sciocchezza ma poi non sappiamo riconoscere le questioni veramente importanti. E quindi perchè non fare anche dei corsi per i genitori, in cui si faccia capire a mamme e papà e nonni quali sono i veri pericoli, quali sono le giuste attenzioni da dare a figli e corpo insegnante!
Insomma, posso ancora sperare in meglio o devo “lasciare ogni speranza, io ch’entro?”
Autrice: Federica Alderighi