Inauguro la mia rubrica sperimentale madre/figlio con la recensione di una delle super mostre del 2014, Frida Kahlo alle scuderie del Quirinale.
La mostra fa parte di un progetto dei comuni di Roma e di Genova, dedicato all’artista messicana e diviso per l’appunto in due tappe: la prima – romana, visitabile fino al 31 agosto – che indaga l’opera di Frida in relazione agli artisti e ai movimenti che sono stati di riferimento per lei; la seconda – genovese, che inaugurerà il 20 settembre al palazzo Ducale- si concentrerà sulla sfera privata dell’artista e sul suo tormentato rapporto con Diego Rivera, l’amore della sua vita.
L’opera di Frida Kahlo, devo dire, non è facile da mostrare ad un bambino perché bisogna riuscire a spiegare la convivenza con la malattia, i dolori cronici, la depressione, la passione, la mancata maternità, il tradimento.
Eppure, quale migliore occasione per mostrare ai bambini il potere catartico e taumaturgico dell’arte? In esposizione si possono ammirare alcune delle opere di altri artisti che sono state di riferimento e ispirazione per FK e quindi confrontarle insieme ai bambini in un gioco delle differenze/somiglianze. Alle Scuderie non è possibile fare fotografie, ma nei giorni e orari in cui non ci sono troppi visitatori è ben tollerato il disegno dal vivo.
Prima di visitare la mostra ho raccontato a Ludovico a grandi linee la vita di FK, in particolare l’incidente che segnò la sua vita cambiandola per sempre, rendendola la grande artista che è diventata al terribile prezzo di sofferenze fisiche e psicologiche orribili.
Ludovico ha voluto sapere tutto di questo incidente, ne è rimasto molto colpito, e su ogni opera esposta cercava i segni nascosti di quella dolorosa esperienza.
A metà della nostra visita gli ho chiesto quale quadro lo avesse colpito di più e senza esitazioni mi ha risposto: quello con i tetti.
Sono dovuta tornare indietro a cercarlo perché non lo ricordavo affatto. L’opera in questione (“paesaggio urbano”) è un piccolo formato, esposto quasi con noncuranza, rappresenta i tetti ed i comignoli che Frida vedeva dalla finestra della sua stanza di ospedale nelle prime settimane di ricovero dall’incidente. Un quadro assolutamente anonimo, senza esseri viventi, datato 1925, uno dei primi dipinti che abbia mai realizzato. Mentre lo guardavo cercando di capire che interesse potesse avere per un bambino, Ludovico candidamente mi dice: “Si vede che si annoiava ed era triste.”
Mi ha fatto molto tenerezza vedere attraverso gli occhi del mio bambino questa donna fragile e sofferente e ho pensato alla frase trovata nel suo diario, scritta pochi giorni prima della sua morte: “Spero che la fine sia gioiosa e spero di non tornare mai più”.
LUDOVICO COSA TI È PIACIUTO DELLA MOSTRA DI FK?Era molto brava a fare quadri tristi. Io disegno quando sono felice o normale.QUINDI SECONDO TE ERA BRAVA?Si ma era più bella di come si dipingevaQUALI OPERE TI SONO RIMASTE IMPRESSE?Quella con i tetti, quella del bene e del male, il quadro regalato al dentista e il suo busto tutto dipinto (ovvero, nell’ordine: Paesaggio urbano, 1925, olio su tela; Mosè o nucleo solare, 1945, olio su faesite; autoritratto, 1948, olio su faesite, fu donato al suo dentista come corrispettivo per le cure ricevute; busto ortopedico con falce, martello, stella a 5 punte, sole e luna per proteggere il nascituro, 1950, olio su gesso)LA CONSIGLIERESTI AD UN AMICO?Si, mi sono molto divertito e mi è piaciuta.
FRIDA KAHLO
A cura di Helga Prignitz-Poda
scuderie del Quirinale dal 20.03.2014 al 31.08.2014
Ingresso gratuito bambini fino a 6 anni.
Laboratorio d’arte per bambini 7-11 anni, domenica dalle 16,00 alle 18,00;
Offerta famiglia
Mentre i ragazzi partecipano al laboratorio, gli adulti (max2) possono visitare la mostra, tutti con un prezzo ridotto.
AUTRICE: Giorgia Borrello