Non so voi ma io sono già pazza del nuovo programma di Rete 4, SOLO UNA MAMMA.
La prima puntata è andta in onda l’8 marzo, in occasione della festa della donna, ed è stato subito un grande successo. Solo Una Mamma è nuovo programma televisivo che racconta la vita di donne forti che hanno cresciuto da sole i propri figli. Nei prossimi mesi assisteremo ad altre 19 storie di madri coraggiose e caparbie, da cui tutti dovremo imparare.
Il programma è un vero e proprio video-diario nel quale lo spettatore viene condotto per mano dalla protagonista in un viaggio interiore dove lei, da sola, si scopre e parla di sé, raccontando la sua vita da quando ha conosciuto il padre dei suoi figli fino ad oggi.
Paola è la prima donna che abbiamo conosciuto. E’ forte, è decisa, bella e solare. La donna ci racconta la sua storia, una vita di certo non facile.
Paola conosce il padre dei suoi figli da giovane e se ne innamora. I due desiderano ardentemente avere un figlio e dopo poco nasce Mattia. Dopo 5 anni di felice normalità, la donna rimane incinta anche di Filippo. Il suo secondogenito però ben presto si scopre che è diversamente abile e Paola si dedica completamente a lui. Si concentra talmente tanto sul bambino che il legame con suo marito ne risente, portando la coppia alla separazione. L’uomo, che non ha mai superato lo shock dato dalla malattia del figlio, poco dopo muore, lasciando definitivamente da sola Paola a gestire la sua vita e quella dei figli.
Ho avuto la fortuna di poter intervistarePeppe Toia, regista ed ideatore del programma e Paola, la prima protagonista della serie.
Ciao Paola, grazie per aver deciso di raccontarti anche con noi. Sei una donna molto forte, quasi coriacea. Hai mai avuto dei momenti di smarrimento? E come hai trovato il coraggio di andare avanti?
Credetemi non sono una donna forte, semplicemente sono una donna che va avanti senza piangersi addosso. Da quando è nato il piccolo, Filippo, di momenti di smarrimento ne ho avuti diversi, soprattutto durante il suo primo anno di vita, quando mi dicevano che sarebbe probabilmente morto. Un giorno però guardai a lungo Filippo, lo baciai e iniziai a ringraziare Dio per avermi affidato questo figlio per un giorno ancora, un anno o un’intera vita. Il futuro mi mette paura ma non sarà questa a togliermi la voglia di vivere. “Oggi”, come dicono, “è il futuro di ieri”. Mi sono sentita spesso chiedere: “ma dove hai trovato o trovi il coraggio?”. Ecco, la verità è che non lo so, non l’ho mai trovato io. E’ sempre stato lui a trovare me.
Perché hai deciso di raccontare la tua storia?
Credo fermamente che tutto ciò che ci capita nella vita abbia un preciso significato e raccontare una parte importante della mia esistenza può far sentire meno sole altre donne, può far nascere un germoglio di speranza in chi ha perso l’allegria di vivere. Io, quando portavo mio figlio a terapia, vedendo altre mamme che erano nella mia stessa situazione, mi sentivo in compagnia.
Che messaggio volevi mandare a chi ti ha guardato?
I messaggi che volevo mandare erano molti ma forse il più importante è semplicemente questo: “non nascondetevi per la vergogna di aver procreato un figlio “diverso”!”. In tanti, purtroppo, lo fanno. Non ci devono essere limiti, tutto deve essere vissuto serenamente, mai con rassegnazione grazie proprio a quel sorriso che viene dall’anima di chi sta affrontando dure prove perché gli unici artefici della nostra felicità siamo noi.
L’idea mi è venuta quando ho conosciuto la madre di una mia ex fidanzata. Era una mamma che aveva cresciuto due figli da sola. Quando parlai con lei per la prima volta, venni immediatamente colpito dalla sua forza, dal suo coraggio e la sua voglia di vivere. Non aveva avuto una vita facile ma il rapporto che c’era tra lei e le figlie era splendido, erano davvero unite fra loro. Da quel momento mi sono guardato intorno e ho visto che non sono poche le mamme che per numerosi motivi si sono trovate, ad un certo punto della loro vita, a crescere i figli totalmente da sole, senza alcun tipo di aiuto e mi è sembrato un buono spunto per far vedere al pubblico che non esistono soltanto le famiglie tradizionali ma anche quelle monoparentali, dove le donne combattono ogni giorno contro mille difficoltà, da quelle economiche a quelle sociali, per amore dei propri figli, riuscendo a crescere persone valide, serene e oneste.
Perché secondo te è importante parlare della forza delle donne?
Sarebbe facile rispondere partendo dal dilagare dei femminicidi che tanto invadono le cronache nazionali ma secondo me la ragione è più semplice: perché ce ne dimentichiamo troppo spesso, tutti, donne comprese.
La forza e l’amore delle mamme vengono date per scontate quando invece stanno alla base della parte sana della nostra società. Tutti noi ci ricordiamo delle nostre mamme e delle lotte contro il tempo per andare a lavoro, portarci a scuola, a sport, le file per parlare coi professori e poi la spesa, l’assistenza quando eravamo malati e la casa. Senza i loro sforzi, senza le loro premure, senza le loro lotte, nessuno di noi sarebbe cresciuto come è. Da adulti però ce ne dimentichiamo. Le donne che ho scelto di raccontare però hanno una ulteriore particolarità: solo mamme sole. I padri dei loro figli, per numerosi motivi, si sono assentati dalla famiglia, lasciando tutte le responsabilità e i doveri a loro. Ed è qui che le mamme, già lodevoli, diventano delle vere eroine. Oltre a ciò che era già per loro normale, tirano fuori le unghie e difendono la serenità dei bambini e cercano di farli crescere al meglio. Si battono contro tutto e tutti e lo fanno con il sorriso sulle labbra, senza rendersi conto della grandiosità di ciò che fanno. Sono un esempio per tutti. Proprio per questo ci tengo particolarmente a ringraziare i produttori Bruno Frustaci e Alessandro Carpigo della Sunshine Production e Rete4 per aver creduto nel progetto, perché grazie al loro appoggio, le persone a casa avranno modo di scoprire le nostre 20 protagoniste, capirne il valore e trarre ispirazione da loro.
Ora la domanda è d’obbligo. Che rapporto hai con la tua mamma?
Sono di Palermo e da ragazzo ho lasciato i miei genitori e la mia terra per trasferirmi a Roma per cominciare quello che è diventare il mio lavoro. Questo programma mi sta insegnando molto anche sul mio rapporto con mia madre. Quando sei assorbito dalla tua quotidianità non ti rendi conto di quante cose tralasci, affetti compresi. Vi dico solo che ho appena comprato il biglietto Roma-Palermo per andare a trovare i miei genitori a Pasqua in Sicilia. Solo Una Mamma mi sta ricordando quanto le devo e ho voglia di dimostrarglielo tornado a casa per abbracciarla.