Il tempo delle mamme

In questi giorni il mondo dei social è animato da un’accesa discussione legata al valore del tempo delle mamme rispetto a quello delle donne senza figli.

conciliazione

Mi permetto di citare, dopo averle chiesto il consenso, un’interessante riflessione di Valentina Colmi, mamma di due bambini a autrice del sito POST-PARTUM.IT

IL MIO TEMPO DI MAMMA VALE PIU’ DEL TEMPO DI CHI NON HA FIGLI
“Tu non hai figli, non puoi capire”. Quanto dà fastidio sentirsi dire questa frase? Anche a me, prima di averne. Eppure è così: chi non è genitore non ha assolutamente idea di che cosa significhi crescere un bambino. Questa notte per esempio ero piegata in due dal mal di stomaco, ma dalle 4 alle 6 sono stata con la mia seconda figlia che non ne voleva sapere di dormire. Mi sono alzata, ho cercato comunque di lavora…re e di fare quello che devo fare. La mia prima figlia è malata da prima di Natale: prima virus intestinale, poi febbre, poi raffreddore e mal di gola.
Mi sto lamentando? Sì, mi pare che sia un mio diritto farlo anche se non mi ha obbligato nessuno a diventare madre. Io le mie figlie le amo, ma ci sono dei periodi in cui non ce la faccio più. Queste Feste appena trascorse come le abbiamo passate? A lavorare e a cercare di sopravvivere. Siamo liberi professionisti e sebbene i più sostengano che avere un mestiere da freelance sia l’equivalente della vita “bohemien”, noi non abbiamo nessun diritto e quindi dobbiamo farci un culo così per prendere uno stipendio. Non ci sono né sabati né domeniche, non c’è tempo. Spesso scrivo articoli mentre con una mano porto via dalla bocca di Vittoria un oggetto potenzialmente mortale, oppure mi interrompo per giocare con Paola, dopo che per cento volte prima le ho detto “mamma sta lavorando”.
Sì, il mio tempo vale di più di quello di chi non ha figli. Perché voi potete scegliere o non scegliere. Quando siete stanchi dormite. Quando avete fame potete mangiare. Quando avete voglia di fare un giro ve lo potete fare senza rendere conto a nessuno. Se cerco un po’ di solidarietà mi sento rispondere: “eh, ma lo sapete che è così”. Va bene, e allora? Stiamo crescendo due bimbe da soli, questo conterà pure qualcosa, no? Perché la società – se scegli di crescere un figlio – ti vede come uno che non ha voglia di lavorare. Essere genitori è duro, è difficile, è la più grossa fatica fisica ed emotiva che possa esistere.
Il mio tempo è prezioso perché non ne ho. E mi fanno molto incazzare quelli che dicono di essere stanchi per essere andati a comprare vestiti ai saldi.

Come darle torto 🙂

Personalmente mi ha molto colpito la frase “stiamo crescendo due figli da soli”

Ecco… secondo me il problema è racchiuso in questa semplice, ma molto reale, affermazione.

La solitudine che viviamo noi genitori in questa società moderna, che molte volte ci porta lontano dalla famiglia d’origine e dal supporto logistico che una volta era affidato ai nonni, crea frustrazione.

E allora come possiamo fare?

Possiamo lavorare affinchè le istituzioni attuino una vera politica di sostegno al welfare familiare che permetta alle mamme e ai papà di scegliere in totale autonomia come organizzare il proprio tempo.

Da anni sostengo il vero valore aggiunto dei Paesi Nordici sta nelle loro leggi che permettono ai genitori di scegliere se rientrare al lavoro dopo un mese o dopo tre anni.

Se una famiglia ha una rete di servizi efficienti e affidabili intorno sarà più invogliata a fare figli e a concedersi momenti di svago solo per i genitori 😉

E vi assicuro che il benessere di questa famiglia migliorerà esponenzialmente!

In questi anni ho seguito con molto interesse il lavoro svolto dall’On.Licia Ronzulli al Parlamento Europeo. Ve la ricordate?

La sua foto con Vittoria nella fascia che vota in Parlamento, aveva fatto il giro del mondo.

liciaIn questa foto ci vedo la speranza di tutte noi mamme… ci vedo la fatica di una donna che vuole conciliare famiglia e lavoro… ci vedo i sacrifici e le rinunce che sicuramente avrà dovuto fare per compiere con dedizione e serietà un lavoro così impegnativo.

Certo, lei è fortunata perchè ha potuto portare con sè Vittoria ed è economicamente privilegiata… ma questo non toglie nulla al valore del suo impegno per le donne lavoratrici.

Quindi, in conclusione, il mio modesto parere è che il valore del tempo delle donne è identico se a supporto delle mamme viene attivata una rete di servizi qualitativamente elevata.

E voi…cosa ne pensate?

Autore: Marta Ferrari

10 risposte a “Il tempo delle mamme

  1. PIENAMENTE D’ACCORDO CON VALENTINA IL NOSTRO TEMPO VALE IL TRIPLO PROPRIO PERCHE LAVORIAMO E SEGUIAMO I FIGLI, CERTO ABBIAMO VOLUTO AL BICICLETTA E CI DA GIIA E FORZA IMMENSA , MAGARI UN PICCOLO AIUTO DA PARTE DELLO STATO CHE SI ALMENTA SEMPRE CHE SIAMO UN POPOLO DI VECCHI NO??????????????????????????????????????????????

  2. Credo che la società in cui viviamo prima che il Governo debba rendersi conto che dovrebbe ringraziare le donne che con coraggio decidono di avere figli.
    Credo che le aziende stesse dovrebbero incoraggiare la maternità anzichè fartela pesare come un privilegio, invece spesso negli ambienti di lavoro si da per scontato e si accetta passivamente il fatto che se una donna diventa madre non potrà portare più del valore aggiunto sul posto di lavoro.

    Vorrei tanto sapere chi pagherà le pensioni d’oro di quelle dirigenti che hanno deciso di avere al massimo un figlio (per soddisfare il proprio desiderio di maternità) perchè altrimenti non avrebbero potuto fare carriera …
    e sono d’accordissimo con l’articolo: una mamma dovrebbe poter scegliere se rientrare al lavoro dopo un mese o dopo 3 anni dalla nascita di un figlio! O avere il diritto di rientrare con modalità agevolate (quali ad esempio il telelavoro).

  3. Cara Marta, la penso proprio come lei e con noi molte mamme lavoratrici, che cercano di conciliare lavoro, casa, famiglia e impegni di ogni tipo. Ci sentiamo dire: – ma chi te lo fa fare, sei sempre di corsa, io se fossi in te – dalle amiche che, o non hanno figli o li hanno ma li crescono i nonni….
    Io ho due maschi, uno di 16, in seconda superiore, bravo nell’insieme ma con pochissima voglia di studiare che però per ora non ci sta dando problemi legati all’età, rispetta ancora la nostra autorità e le regole della famiglia e, il secondo di 9 in quarta elementare con un disturbo importante DSA, con tutto ciò che ne consegue. Io lavoro a tempo pieno come impiegata di direzione in un’azienda in città, abitiamo in un paesino di periferia e passiamo tutti i giorni fuori casa dalle 7.15 alle 18.00 circa, ci facciamo stare dentro: la scuola,la spesa, le commissioni ordinarie e straordinarie, la palestra del grande, l’atletica e il corso di batteria del secondo, i colloqui scolastici e anche gli incontri con la psicologa per il piccolo.
    A volte non riesco a sostenere una normale conversazione in auto con i miei figli, li zittisco appena saliti metto la radio alta e mi isolo……ma non puoi farlo sempre, devi sentire le loro storie quotidiane, placare le ansie, avere una soluzione a piccoli e grandi problemi,devi organizzarti la cena e il resto della serata, fra compiti, coccole grandi e piccole necessità. Poi vedi la vicina che per scelta fa la casalinga e di figli ne ha due più di te che sbuffa se la più piccola la chiama dal giardino mentre gioca…..Per di più Marta, noi che lavoriamo dobbiamo anche essere sempre in ordine, presentabili piacevoli…..
    E i mariti? o meglio i papà, sì ci sono anche loro, molti aiutano altri meno, altri hanno un lavoro che li porta lontano e anche questa è una scelta, il mio per esempio tra qualche giorno partirà per una nuova missione di pace, è un militare, a noi non rimane che continuare a fare quello che facciamo adesso ma in tre, o meglio io da sola, certo che ho i genitori e alcuni amici che mi staranno vicini, ma non è semplice lo stesso. Amo i miei figli più di me stessa, amo il mio lavoro e la mia vita a tetris, in corsa perenne, senza mai un pò di tempo per me, è dura e spesso mi lamento e allora? Sono convinta che come dice lei il nostro tempo valga molto di più proprio perchè è poco preziosissimo e e mai a nostra disposizione.
    Complimenti per l’articolo e buon lavoro…..

  4. Quanta verità amara c’è nella frase: “nella società di oggi se cerchi di crescere un figlio significa che non hai voglia di lavorare”… è proprio vero,lo sto constatando ora sulla mia pelle, mamma di una bambina di 2 anni, in cerca di occupazione perché da poco licenziata e senza alcun appoggio di nonni o altri parenti. Vado ai colloqui e mi sento quasi “in colpa” per essermi regalata un figlio,perché questo figlio vincola, detta i miei tempi e le mie esigenze vengono in secondo piano x far spazio alla sue. Ecco si dovrebbe dare più aiuto a chi per necessità deve lavorare e cerca un appoggio anche solo momentaneo per badare ai figli.

  5. Io non scrivo mai un commento di risposta ma questa volta ho sentito la necessità di farlo perchè mi sento molto solidale con Valentina. Anche io mi sono sempre sentita dire dai miei suoceri “mia madre ha cresciuto 10 figli e allora cosa doveva dire?” e sapete io cosa ho sempre risposto? Poverina è vero ma 1. chi glielo aveva chiesto di farne 10, 2. non lavorava anche, 3. erano 10 gemelli? No, difatti il più grande guardava il più piccolo e via discorrendo e poi si era in un paese dove ci si conosceva tutti e ci si dava una mano, per intenderci dove si lasciava la chiave nella toppa di casa!
    Il problema di noi mamme di oggi è che siamo troppo sole, troppe volte mi sono ritrovata di notte a piangere perchè mi sentivo l’unica che aveva una bimba magari con la febbre da dover riaddormentare nonostante magari la mia diarrea e questo purtroppo è andato avanti per i primi 4 anni di vita di mia figlia. Ora ne ha 5 e sto cominciando a respirare ma credo che effettivamente bisognerebbe attivare una rete di servizi che stiano di più di fianco alle mamme di oggi.

  6. io reputo le persone che hanno avuto la fortuna di avere figli, molto fortunate, ma nello stesso tempo molto tristi…..non capisco perchè si devono lamentare…di cosa? io ho due cani e tutte le notti alle tre del mattino mi devo alzare dal letto per mandarli in terrazzo per far fare loro i bisogni…. e quando stanno male faccio le notti … ma non mi lamento … li Amo … vado a lavoro e dico …LAVORO… ma non mi lamento e non faccio polemica su chi non ha figli e non ha obblighi. sono contenta di essere di aiuto all’essere umano compresi gli animali. ma non mi lamento. vi dirò di più che a Billy Joe gli devo lavare il il sederino e le zampette tutti i giorni per due volte al giorno a oggi per tredici anni….e voi avete smesso già di pulire il sedere ai vs figli da tanto tempo…..CHE VI LAMENTATE? VOLETE IL PREMIO? DI COSA…..è nella natura essere madri e svolgere tale compito, quindi AMATE I VS FIGLI E lavorate come ha fatto LA MIA CARA MAMMA CON ME. love per sempre alla mia MAMMA. 🙂

  7. Pienamente in accordo con quanto dice Valentina.
    Il mestiere di genitore è il più difficile che ci sia e procura spesso ansia, mette a repentaglio la salute delle coronarie e pone in continuazione domande e dubbi. Certo ci sono anche le soddisfazioni, ma sono straguadagnate. Lo dico per esperienza personale essendo il papà di un bellissimo ( e per fortuna sano…) bimbo di 6 anni. E’ vero anche che chi non ha figli non può capire, su questo non ho alcun dubbio. E’ altrettanto vero che meriteremmo una rete di supporto come nei paesi nordici, ma quì ci scontriamo con i bilanci dello stato che sono disastrosi… Forse se chi fa politica di mestiere rubasse un pò meno, ci sarebbero anche i soldi per aiutare i genitori e i loro bambini…

  8. Il tuo tempo non è più prezioso mi dispiace, c’è chi riesce a barcamenarsi tra carriera e figli senza queste lagne.
    tante donne nei secoli e in fase della storia meno felici e di benessere si sono riuscite a barcamenare con bel altre privazioni, mi sembra che ci sia solo un po’ dio invidia da parte tua per chi riesce a ritagliarsi momenti per se.
    E per finire una volta fatto il passo non si può flagellare gli altri. Se uno sa che non avrà aiuti ci pensa due volte e se vengono zitti e camminar dritti come tutti fanno.

  9. Care mamme,
    ringrazio tutte voi per aver condiviso con noi le vostre storie…dai vostri racconti si comprende bene quanto ancora c’è da fare.
    Leggere le vostre storie mi ha fatto sentire meno sola:-) E’ un periodo in cui mi sembra di vivere in apnea…. lavoro, figli, marito ….
    Ma ce la faremo…siamo donne!
    Un grazie particolare a Elena e alla sua famiglia per i sacrifici che fanno per tutti noi. Spero che i tuoi figli siano consapevoli di quanto siano speciali la loro mamma e il loro papà!
    Ti prego di far arrivare a tuo marito il nostro “grazie” e magari, un giorno, ci racconterà il suo punto di vista:-)
    Marta

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