Quel cappotto rosso

Ieri, 27 gennaio 2015, è stato il Giorno della Memoria.

Vedo passarmi accanto tutto ciò che in questi anni di vita ho visto, letto e sentito riguardo alle vittime dell’Olocausto: gli studi fatti a scuola, ciò che ho raccolto da sola per saperne di più, le parole dei superstiti nelle pellicole dell’epoca e negli incontri sul tema. Ma non dimenticherò mai quel cappotto rosso visto per la prima volta, quello della bambina di “Schindler’s List”. Non ricordo quanti anni avessi ma non avevo più di dieci anni. Quella sera volevo vedere un altro film ma i miei genitori mi dissero che dovevo assolutamente vedere quel film in bianco e nero che a me, già solo per il fatto che era senza colori, sembrava noioso. “E’ come una medicina, la devi prendere per forza!”, “Ma io non sto male!”. Poi il film è iniziato e dopo poco ho capito cosa intendevano dire.

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Al suono della campanella

Vi è mai capitato di trovarvi a far parte di una scena talmente assurda da dirvi: “Non è possibile! Ma nemmeno in un film potrebbe succedere questa cosa!”? Ecco, a me ultimamente succede spesso e purtroppo o per fortuna, sta accadendo sempre di più a scuola di mia figlia. Sì, perchè se ci pensate il mondo della scuola non è altro che un interessante universo parallelo dove soggetti provenienti da diversi mondi si incontrano e si scontrano, a volte pacificamente, altre volte con estrema crudeltà. E i bambini? Loro, poveretti, sono spesso oggetto inconsapevole di queste piccole-grandi guerre intestine che vedono avanzare sul campo di battaglia niente meno che le loro mamme, le maestre, le bidelle, i nonni, le bidelle e, qualche volta, anche i loro papà.

Da mamma vivo giorno dopo giorno questi piccoli-grandi conflitti e ve li voglio raccontare in modo ironico, in modo da rendervi partecipi della mia quotidianità, sicura che alcuni di voi ci si ritroveranno alla perfezione.

al suono della campanella

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La scuola non mi piace – parola di mamma

I tagli, la crisi, la società, il tempo, il pincopallino… di chiunque sia la colpa, la scuola italiana non funziona, a mio modesto parere.

ABBASSO LA SQUOLA

Molte delle regole e delle consuetudini che ancora sono in vigore (e che alcuni genitori imperterriti continuano pure a difendere) avevano ragione di esistere 50 anni fa, ma ora, dovrebbero essere totalmente cambiate (sempre a mio modestissimo parere).

Un esempio? Esagero, ve ne faccio 10.

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Al suono della campanella… NON APRITE QUELLA CHAT!

Tutti voi genitori lo sapete e ne siete felici: in ogni classe c’è una rappresentante che, poverina, si è sobbarcata l’onere di lavorare affinchè le informazioni dalle maestre passino ai genitori e i soldi dai genitori alle maestre.

Oltre alla sua normale e naturale routine, ha scelto – più o meno – cosapevolmente di aggiunge sulle sue spalle pure le fatiche dell’essere rappresentante della classe di suo figlio. Normalmente è abbastanza frenetica, ce l’ha con tutte le mamme e con le maestre, le une perchè sono sempre incontentabili, la tartassano di messaggi, non pagano mai tutte nei tempi richiesti e si sfogano tutte con lei quasi fosse il muro del pianto, le altre perchè le danno mille incarichi, parlano continuamente male dei singoli genitori e e si lamentano con lei quando questi non fanno ciò che dovrebbero (come se poi lei potesse, schioccando le dita, risolvere tutti i problemi!).

Ebbene, tutti sbagliano, anche coloro che ci sono necessari e sopportano l’insopportabile. Così anche la rappresentante, ogni tanto, commette un errore. E così fu…

al suono della campanella non aprite quella chat

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