VERO O FALSO? IO CHI SONO

Nei giorni scorsi, presso il Museo d’Arte e Scienza di Milano, ha ospita due classi delle Scuole Medie Inferiori per un percorso educ-attivo dedicato alla scoperta della propria unicità attraverso l’analisi di opere d’arte autentiche.

4Il percorso sul riconoscimento dell’autenticità nell’arte e nell’antiquariato è il fiore all’occhiello del Museo, nato per volontà di Gottfried Matthaes, appassionato di arte e tecnologia. Unico nel suo genere e unico esempio al mondo di museo dedicato all’importante tematica dell’accertamento dell’autenticità nell’arte, prevede diverse sezioni che affrontano un tema fondamentale dalla pittura su tela e su legno alla ceramica da scavo, dai mobili d’antiquariato all’ambra e all’avorio. Il percorso culmina nella sala degli arazzi dove è possibile ammirare tappeti ed arazzi di diversa fattura e provenienza. Tutte le sezioni sono corredate da test station, postazioni con microscopi e lenti d’ingrandimento per insegnare a riconoscere le caratteristiche di autenticità.

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Alice nel paese delle meraviglie a Capalbio: il giardino dei Tarocchi

“Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” comincia così: Alice è in un parco quando un coniglio attira la sua attenzione, lo insegue tra gli alberi che si fanno sempre più fitti, il roditore si infila in un buco e Alice dopo di lui… ed eccola là, in un posto assurdo, popolato da inquietanti gattoni, uomini-uovo, cappellai matti, fiori antropomorfi, una grassa regina irascibile ed il suo esercito di carte. Bhè, sappiate che il paese delle meraviglie esiste e si trova vicino a Capalbio, nel cuore della Maremma.

E’ il giardino dei Tarocchi, la macroscopica opera esoterica dell’artista franco-americana Niki de Saint Phalle.giardino dei tarocchi giorgia borrello 1

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Frida Kahlo vista con gli occhi di un bambino

Inauguro la mia rubrica sperimentale madre/figlio con la recensione di una delle super mostre del 2014, Frida Kahlo alle scuderie del Quirinale.

La mostra fa parte di un progetto dei comuni di Roma e di Genova, dedicato all’artista messicana e diviso per l’appunto in due tappe: la prima – romana, visitabile fino al 31 agosto – che indaga l’opera di Frida in relazione agli artisti e ai movimenti che sono stati di riferimento per lei; la seconda – genovese, che inaugurerà il 20 settembre al palazzo Ducale- si concentrerà sulla sfera privata dell’artista e sul suo tormentato rapporto con Diego Rivera, l’amore della sua vita.
L’opera di Frida Kahlo, devo dire, non è facile da mostrare ad un bambino perché bisogna riuscire a spiegare la convivenza con la malattia, i dolori cronici, la depressione, la passione, la mancata maternità, il tradimento.
Ludovico disegna dal vivo un autoritratto di Frida

Impara l’Arte: una rubrica ideata e curata da mamma e figlio

La prima volta insieme é stata alla mostra di Andy Warhol. Noi eravamo giovani genitori, di quelli che “perché cambiare le mie abitudine solo perché ho un figlio? vado a vedere le mostre con lui!”

Purtroppo, “lui”, Ludovico, il nostro adorato primogenito, non la pensava come noi….ed é stato piuttosto chiaro ed evidente fin dal primo istante nel museo che ce l’avrebbe fatta pagare cara: un’esperienza a dir poco disastrosa, fatta di ululati, passeggini ingombranti,  bisognino degno di un esorcismo e conseguente cambio di pannolino acrobatico. Non ci siamo dati per vinti, almeno non subito: abbiamo tentato con Niki de Saint Phalle, Francis Bacon, Picasso, Monet…

E poi un giorno, fuori dall’ennesimo museo, ci siamo guardati negli occhi, con i capelli arruffati, i respiri affannati, un bambino disperato tra le braccia, e ci siamo detti basta. Mai più.

giorgia borrello - arteNon vi ho raccontato una cosa importante di me, gestisco una galleria d’arte contemporanea, e quindi questa avversione di Ludovico per l’arte era praticamente un affronto personale, uno schiaffo morale.

La profezia del calzolaio con le scarpe rotte si stava avverando. Ma questa è una storia di speranza cari amici, e infatti il mio pargolo, con il tempo, a dispetto della sua avversione per i musei, ha cominciato a manifestare un interesse sempre più vivo per i libri illustrati e ha iniziato a disegnare.

È chiaro, sono di parte, ma devo dire che Ludovico ha mostrato subito una notevole inclinazione all’arte figurativa e quindi, piacevolmente affascinata dalla sua sensibilità e dai risultati estetici dei suoi lavori, con gli insegnamenti del sommo Munari da una parte e della divina Montessori dall’altra, ho pensato bene di avviare nella mia galleria un progetto di alfabetizzazione infantile all’arte in cui i docenti fossero artisti ogni volta diversi.

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