Il Teatro come scuola di vita

L’ Essere umano comincia a recitare fin dalla nascita.

Il primo vagito? un modo per annunciare “ adesso sono qua!

Il pianto? “Aiuto,mamma,corri……ho tanta fame!”

Il primo capriccio? “mamma,ma non capisci che io voglio…..”

……e qui dovrebbero fioccare i primi “NO”!!!!

Comunque una cosa è certa:  SI NASCE RECITANDO!

Ma verso i sei– sette anni il bambino  scopre, attraverso le fiabe, i cartoni animati, le attività  scolastiche, che esiste il teatro e che tutti, volendo, possono imparare a recitare…magari su un palcoscenico vero.

Ma perché il teatro diventa anche un elemento di crescita per  il bambino ???

LE MELE VERDI:  il loro primo successo ( che ancora si rinnova ! ) fu il BARBAPAPA’ insieme a Roberto Vecchioni.

LE MELE VERDI: il loro primo successo ( che ancora si rinnova ! )
fu il BARBAPAPA’ insieme a Roberto Vecchioni.

Perché attraverso la recitazione  il soggetto impara non solo a esprimersi, ma anche (e sopratutto) a “ buttar fuori” il bello e il brutto” che c’è, inconsapevolmente, in lui stesso.

Il teatro comincia a mettere in gioco  la realtà sovrapposta alla fantasia, facendo scivolare addosso al recitante la parte che gli è stata assegnata.

“ Tu sarai ……vediamo un po’……ecco! Cappuccetto Rosso !”

Quindi, una bambina ingenua anche se un po’ disubbidiente, che proprio a causa della sua disubbidienza, si va a cacciare nei pasticci! E come reciterà questa parte la piccola protagonista?

Certo, dovrà dimenticarsi di essere…se stessa, per “indossare  l’abito” (metaforicamente parlando) del personaggio che le è stato assegnato.

“E vediamo……tu sarai…….ecco! Tu sarai e farai il Lupo !”

Quindi dovrai dire temporaneamente addio a te stesso, per diventare quel personaggio tanto caro e temuto da tutti i bambini. Non sarà difficile, perché potrai attingere ai tuoi aspetti negativi e violenti…….e provare a vedere…..che effetto che fa!

Ma alla fine la “ violenza” cederà il posto alla redenzione, per cui anche il “ lupo cattivo” scoprirà il fascino del Bene.

E tu….che parte farai ?   Vediamo un po’……sei così timida……..ecco! Ho trovato! Farai e sarai “ La Margherita”.

E tu che sei combattiva ed estroversa, sarai e farai “ la farfalla”.

… e via di seguito, cucendo addosso a ciascun bambino il personaggio prescelto.

2Ciò per avvicinare al teatro attivo i più piccini, che nel tempo, crescendo, potranno intercambiare i personaggi fra loro. L’obiettivo dell’insegnante di teatro è anche quello di dissipare la nebbia che avvolge spesso la mente del bambino piccolo nel distinguere il Bene dal Male.

Ed è a questo punto che si può insegnare e far scoprire  senza ombra di dubbio che se non esistesse il Male, non sapremmo cosa sarebbe il Bene, e viceversa.

La mia esperienza personale di insegnante di teatro, ormai trentennale, mi ha fatto scoprire il fascino che c’è nel trasformare un bimbo timidissimo  in un soggetto sicuro di sé, e  a scoprire come il teatro possa nutrire i bambini di quella giusta autostima che li aiuterà a “scalare” le montagne della Vita senza traumi e paure.

Quanti bambini ho visto crescere e diventare “ grandi” anche attraverso il teatro !!!

E quante insegnanti  mi hanno ringraziato per aver insegnato ai loro allievi  quelle sicurezze ideali per continuare a crescere, diventando quindi un bagaglio positivo che li accompagnerà per l’ intera Vita.

Perché RECITARE IN TEATRO, sia chiaro, vuol dire anche DONARE.

Certo! Donare un sorriso,  donare una emozione e, perchè no, donare una lacrima di commozione  che decreterà il successo dei piccoli attori in erba.

Perché che Vita sarebbe se non si imparasse a crescere… anche donando, vediamo un po’……..donando un pizzico, anzi, tre pizzichi di FANTASIA  !!!

E ora mi presento!

Io mi chiamo, e sono, Mitzi Amoroso.

Il  prossimo 15 agosto  compirò  79 anni.

Ma in me convivono tre persone: nel fisico, sono una donna anziana, nella mente sono una trentenne, nel cuore, …beh ! Nel cuore ho circa sette anni.

La prima sorpresa della mia vita la ebbi quando nacqui: “ femmina e poi anche brutta ! “ fui accolta così, e per alcuni giorni lasciata lì nella culla come un soggetto indesiderato. Il ricordo fu così brusco (e troppe volte a me ricordato!) che per tutta l’esistenza credetti giusto chiedere “scusa”di esistere .

Forse questo episodio cominciò da subito a condizionare le mie scelte, così che già piccolissima desiderai vivere la maternità come il sogno più bello della mia Vita. A dieci anni composi la mia prima poesia, e guarda caso, parlava, come poi tante altre, di una madre e di un bambino, con epiloghi spesso tragici: la paura di perdere  la mamma incombevano sui miei pensieri.

A venti anni, diplomata in pianoforte, ebbi un esordio come cantante jazz (vedi “2° roman jazz band” e lì conobbi un timidissimo Lucio Dalla clarinettista), ma presto divenni una delle più giovani cantautrici italiane.

Incisi per la Fonit un primo 45 giri  accolto dalla critica con elogi lusinghieri (fui perfino paragonata a Domenico Modugno e alla grande Edith  Piaf ! )

Ma alla porta ecco che “bussava” la mia prima gravidanza. Senza esitare, scelsi questo annuncio di maternità come un miracolo della Vita: Addio cantautrice ! Non sarei stata capace di coniugare insieme il ruolo dell’artista con quello della mamma, in considerazione anche del fatto che scrivevo (e scrivo tutt’ora) testi impegnativi e molto emblematici. Non mi resi subito conto della metamorfosi che stava avvenendo in me.

Dopo Maria Francesca, era arrivato anche Giulio,  più tardi sarebbe arrivato anche Paolo.

E da allora…..

Alla sera, una fiaba per dormire…..e la fiaba la  inventavo io!

Per indurli a mangiare, una canzoncina un po’ particolare……e la canzoncina la inventavo io!

Per insegnar loro i valori della vita, e la bellezza della natura, una filastrocca molto semplice da imparare…..e quella filastrocca la inventavo io.

Mi ci vollero poi 24 ore per creare un gruppo canoro che tutt’ora esiste, LE MELE VERDI, e il loro primo successo ( che ancora si rinnova ! ) fu il BARBAPAPA’ insieme a Roberto Vecchioni.

Nel 1979 creai IL CANTAGIOCO, un modo di insegnare a cantare giocando. Ma il produttore non capì “l’idea”, così in pochi giorni scrissi uno spettacolo teatrale, e debuttai al “teatro di Porta Romana,” depositando l’idea alla CAMERA DI COMMERCIO. Ma non essendo a conoscenza del fatto che dopo 10 anni si deve rinnovare il brevetto, quando Claudio Cecchetto “inventò” il il KARAOKE, io non  fui in grado di dimostrare  che l’idea (come da copertina del 45′ giri) era stata mia già tanti anni prima. E così……addio CANTAGIOCO!!!

Fra le sigle da me scritte, ricordo WOO-BINDA, RIN_TIN_TIN, SANDYBELL,LA BANDA DEI RANOCCHI, IPPOTOMASO, GLI GNOMI DELLA MONTAGNA, BELFI E LILLIBIT e tante altre ancora.

Nel mio passato più recente, la vittoria nel 2010 dello Zecchino d’Oro, partecipazione anche nel 2012, ospite d’ onore al LUCCA COMICS GAME e alcune “comparsate” in programmi  televisivi (i migliori anni di Carlo Conti, Attenti a quei due con Fabrizio Frizzi).

Mentre parlo del mio profilo artistico, vorrei raccontarvi qualcosa della mia Vita “di tutti i giorni” sperando così di aiutare qualcuno afflitto come me dalla paura di vivere. E affido al pc la confessione di una donna che si definisce “la più infelice  fra le le donne felici”.

Ma il cielo non può attendereMamma  realizzata, ma prigioniera di una malinconia interiore, sfociata nel 1977 in una prima depressione violentissima, una malattia bi-polare che ha tormentato molti passi della mia Vita. Panico, voglia di morire, ricoveri in ospedali, una sofferenza inenarrabile (chi ha un depresso in famiglia, lo aiuti con l’amore) che ha stracciato troppe pagine della mia esistenza distruggendomi dentro e fuori. Ma con una volontà di ferro, sono sempre riuscita a riemergere, aggrappandomi all’Amore delle mie creature ( ora sono anche una nonna felice!).

Nel frattempo ho scritto e pubblicato (nuovi autori) un libro di racconti e poesie, DONNA DI CARTA VELINA, dove sono condensate molte mie emozioni, molti pensieri “ adulti”, e alle cui pagine ho affidato alcune mie sensazioni di vissuto e di non vissuto, e coloro che lo hanno letto, hanno compreso il perché io ami così tanto i bambini:  la loro trasparenza, candore, energia, mi trasmettono quella forza che fa di me, 78 anni, una donna  ancora giovane con tanti sogni nel cassetto, ma anche con uno sguardo vigile sulle “cose” del mondo, di cui mi sento da sempre cittadina. Alcuni hanno coniato per me questo detto: “Mitzi Amoroso è un personaggio, perché non è un personaggio”. E a me sta bene così !

VUOI DIVENTARE UN ATTORE ANCHE TU? Scopri come sul sito delle Mele Verdi

INIZIO DEL CORSO 16 SETTEMBRE 2014

Per informazioni telefona al 335/6130949 oppure 02/39811862

Autore: Mitzi Amoroso

3 risposte a “Il Teatro come scuola di vita

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