Sport e parità di genere: a che punto siamo?

Si è svolta, lo scorso 10 ottobre, la seconda edizione di ‘Sport&Polis’, gli stati generali dello sport milanese che ha visto riunirsi allo stadio Meazza di San Siro tutti i principali protagonisti meneghini, dal Coni alle società sportive, dall’Anci alle associazioni.

Sport&Polis è stata l’occasione anche per fare il punto sull’impiantistica sportiva milanese, sui progetti per rendere Milano sempre di più una ‘palestra a cielo aperto’, sulle iniziative a favore delle persone con disabilità, sui percorsi per l’inclusione delle seconde generazioni e per iniziative contro il razzismo.

In aperuta dei lavori è intervenuto  Javier Zanetti che ha dato qualche consiglio agli allenatori presenti in sala.

zanetti

Durante il pomeriggio di approfondimento si è parlato anche di sport e parità di genere, tematica molto attuale e su cui c’è ancora molto da fare.

Anche la nostra inviata Marta Ferrari ha intervistato l’Assessora Chiara Bisconti su questa tematica:

 

Nello sport italiano ci sono ancora troppi tabù da sfatare – ha dichiarato Chiara Bisconti, Assessora al Benessere, Qualità della vita, Sport e tempo libero –  e il calcio in questo senso è paradigmatico. Ci sono migliaia di ragazze nel nostro paese che amano il calcio, che lo praticano con continuità. Un movimento in costante crescita che però continua a essere vessato da vecchi pregiudizi. Il caso delle arbitre è in questo senso emblematico. In molti paesi ci sono donne che possono arbitrare anche nelle serie maggiori. Perché in Italia no? Per quale motivo vengono ancora ritenute inferiori? Eppure, abbiamo ancora davanti agli occhi le ultime sviste arbitrali ; perché non dare alle donne questa opportunità? Sono professioniste serie, apprezzate dagli stessi giocatori in quelle poche categorie dove è loro concesso arbitrare. Ma nessuna donna arbitra nelle categorie più importanti, a partire dalla Lega Pro. Il mio sogno è vedere un giorno una donna arbitrare il derby di Milano in serie A. È un appello che rivolgo all’associazione arbitri ma anche a tutto il governo dello sport italiano. Sarebbe un segnale nuovo, importante. E perché le grandi società di calcio non permettono alle ragazze di giocare nelle loro giovanili? Il regolamento prevede che una ragazza di 16 anni possa giocare nella stessa squadra dei 14enni maschi. Invece ancora oggi calcio femminile e calcio maschile sono separati. Educare i giovani ad abbattere le barriere di genere è un fattore fondamentale per la crescita culturale di questo paese. Le società di calcio ‘maschili’ – ha concluso l’assessora Bisconti dovrebbero integrare tra le loro fila anche le ragazze”.

In chiusura dei lavori è intervenuto Demetrio Albertini che ha parlato di importanti fondi Erasmus Plus messi a disposizione per il mondo dello sport.

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Autore: Redazione Milano

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