Economia Positiva: le 10 azioni per favorirla anche in Italia

“L’Italia è fra gli ultimi posti fra i Paesi dell’Ocse nella classifica di economia positiva che abbiamo stilato.

Jaques Attali, presidente di PlaNet Finance Group e ideatore del movimento per l’Economia Positiva

Con questa amara considerazione si è aperto LH Forum San Patrignano, primo convegno in Italia sull’economia positiva, realizzato dalla famosa comunità di recupero in collaborazione con PlaNet Finance.

LH Forum

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A dare il via ai lavori Letizia Moratti, cofondatrice della Fondazione San Patrignano:

“Si tratta di un forum che ha obiettivi importanti: dar vita a proposte molto concrete per una nuova idea di economia, che tenga conto della tutela dell’ambiente e del futuro dei nostri giovani. Per questo è fondamentale mettere insieme tutte le istituzioni, imprese, Ong e università che credono in uno sviluppo sostenibile. Ci troviamo di fronte a sfide che vedono un mondo che sta cambiando a grande velocità con criticità globali. Sfide che riguardano il modo con il quale dobbiamo affrontare i problemi in modo che non gravino sulle generazioni future. L’economia positiva indica una strada e azioni concrete che vengono proposte affinché si possa arrivare allo sviluppo dell’economia positiva. Un’economia che si basa su valori importanti come altruismo, fiducia, solidarietà, partecipazione, amore per la natura. Principi fondanti di San Patrignano e ringrazio Attali per aver scelto la comunità come prima tappa del Forum in Italia”.

Un improtante mesaggio è stato lanciato da Jaques Attali, presidente di PlaNet Finance Group e ideatore del movimento per l’Economia Positiva:

“Il 34° posto dell’Italia, seguita solo da Grecia e Turchia mi ha sorpreso, ma speriamo che già dal prossimo anno si classifichi meglio, seguendo l’esempio positivo delle nazioni nordiche che si trovano ai primi posti. Stiamo misurando il progresso che può fare una nazione nell’ambito dell’economia positiva e abbiamo elaborato un indice per valutarne la positività. Nazioni giudicate secondi indici come l’aspetto demografico, le infrastrutture, la stabilità politica e tante altre valutazioni. Potremmo prendere San Patrignano come indice di positività assoluta. Un indice che andrebbe realizzato anche per imprese, Ong e pubbliche amministrazione”.

Un’idea che nasce da una necessità condivisa:

“Siamo in tanti a pensare che è utile agire a beneficio delle generazioni future. A volte lottando per difendere i valori supremi che rientrano nell’economia positiva così come tutti i filosofi che si sono battuti in passato per la libertà. Le giovani generazioni hanno la preoccupazione che il mondo sarà un luogo meno piacevole per loro, negli ultimi 30 40 anni tutti percepiamo che il mondo è andato peggio. Non siamo stati in grado di creare accesso all’alimentazione per tutti, abbiamo generato inquinamento. I giovani malediranno chi li ha preceduti. Si è vissuto nel carpe diem ma non c’è nulla di più distruttivo. Con l’economia positiva cerchiamo di guardare a lungo termine e lasciare invece un mondo migliore. Dall’economia positiva si passerà alla società positiva”.

A chiusura della due giorni in cui oltre 1000 persone hanno partecipato ai convegni, sono state presentate le 10 azioni per migliorare l’indice di positività del nostro Paese.  Si tratta di azioni, alcune molto semplici, alcune più complesse, ma tutte molto concrete.

10 punti programmatici:

PERSONA

1 – Diffondere i valori dell’Economia Positiva attraverso:

  • Politiche della famiglia e demografiche
  • Programmi scolastici e universitari
  • Sviluppo delle competenze professionali a supporto

FINANZA

2 – sostenere lo sviluppo di strumenti di finanza sociale (fondi etici, social bond, social impact bond, microcredito etc…)

CONTRIBUTO ALL’ECONOMIA

3 – misurare il contributo del Terzo settore al PIL e inserire il valore aggiunto del volontariato nel calcolo del PIL

4 – implementare l’indice di positività dell’economia come strumento di pianificazione e di valutazione delle politiche economiche di Governo

IMPRESA

5 – sviluppare un sistema di social credits, simile ai green credits, attributi alle imprese per incentivare il comportamento positivo nell’economia; prevedere modelli di valutazione e di misurazione dei comportamenti dell’impresa e sistemi di reward per investimenti e politiche aziendali di lungo termine

6 – inserire nel diritto d’impresa la missione positiva delle aziende

7 – favorire una proprietà di lunga durata delle imprese, anche attraverso il voto plurimo dei soci di lungo termine

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

8 – integrare criteri di economia positiva nelle valutazioni per le assegnazioni degli appalti pubblici.(Es: occupabilità, energie rinnovabili, solidarietà positiva, qualità sociale della governance, etc.)

9 – favorire la riduzione della spesa pubblica nel settore del Welfare utilizzando strutture sociale del Terzo Settore, valutando e monitorandone i risultati

AMBIENTE

10 – Favorire l’introduzione di classificazioni dell’impatto sociale e ambientale dei prodotti e dei servizi per orientare le scelte di acquisto

 

 Autore: Marta Ferrari; Foto: Ragazzi della Comunità di San Patrignano

12 risposte a “Economia Positiva: le 10 azioni per favorirla anche in Italia

  1. Il privato sociale andrebbe sicuramente valorizzato perché arriva dopo il pubblico non riesce.
    A livello legislativo c’è ancora molto da fare!
    Sarebbe interessante fare delle proposte in merito!

  2. Queste dieci azioni infatti sembrano delle proposte. Il problema è che troppo spesso le proposte, esigenze, necessità che vengono dalle persone, dall’esperienza, dalla gente insomma, non vengono mai tradotte nella maniera giusta dalle Istituzioni. A questo link ci sono tutte le 10azioni proposte e la possibilità di commentarle, in modo che anche la gente comune possa dire la sua! http://www.sanpatrignano.org/it/10azioni
    Buona Giornata a tutti!

  3. @nerina vado subito a commentarle perchè è davvero una bella iniziativa… finalmente un pò di concretezza!!
    sono anni che si parla di valorizzazione del sociale ma nessuno fa mai niente.

  4. bravo @massimo… il problema sono le istituzioni e la scarsa attenzione che riservano a queste tematiche.
    Complimenti a Marta per l’articolo;-)

  5. Ho ascoltato oggi Marta in radio che spiegava le 10 proposte e non posso che essere d’accordo!
    aggiungerei il tema della conciliazione e del cambio (epocale!) culturale che deve essere attuato per far si che si inizi a ragionare per obiettivi raggiunti e non per numero di ore passate in ufficio.

  6. Introdurrè il concetto di “minore come soggetto debole” e di soggetto che necessita tutela speciale.
    Minore come “nostro futuro ” che richiede sia attenzione speciale sia regole effettive in ambito giuridico.
    Quindi revisione delle normative e dell’ approccio alle problematiche dell’ abuso e introduzione di una diffusa prevenzione.

  7. @Maurizio Vero MAurizio, ma anche un sostegno e un cambiamento in tutto il percorso formativo del minore che oggi appare obsoleto e non al passo con le nuove tecnologie presenti sul mercato.

  8. Concordo con quello che ha detto Maurizio . Da 15 anni lavoriamo per la tutela dei minori.
    Sarei curiosa di sapere se esistono esperienze italiane di micro credito.
    Grazie mille

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