Altro che bamboccioni! Storie di ragazzi semplicemente straordinari

C’è chi li definisce “choosy” (schizzinosi, ndr), chi bamboccioni e chi si spinge oltre, affermando

“I giovani non hanno lavoro perché stanno bene a casa”.

John Elkann

La nuova generazione viene presa di mira per la scarsa voglia di “fare” ma, soprattutto, di sognare.

Ma è davvero così? La crisi globale che stiamo vivendo ha tolto ai giovani la voglia sognare?

Io credo di no: troppe volte incontro ragazzi che mi raccontano le lore storie semplicemente straordinarie.

Per questo motivo ho deciso di raccontarvene 3 che mi hanno colpito particolarmente.
Mi piacerebbe che questo spazio fosse aggiornato mensilmente con le storie che secondo VOI meritano di essere raccontate!

Perchè sono sicura che di ragazzi SEMPLICEMENTE STRAORDINARI è pieno il mondo e potrebbero essere di esempio per ognuno di noi.

Quindi… inviatemi le storie che ritenete speciali a redazione@famiglieduepuntozero.it!

Insieme possiamo raccontare il “bello” che ci circonda 🙂

1) LA COMBRICOLA DI LOZZA E LA LORO PASSIONE PER I SORRISI DEI BAMBINI

Lozza è un piccolo paese alle porte di Varese. E’ il mio paese. Un posto magico carico di ricordi e profumi che mi ricordano la mia infanzia.

Quando ero piccola l’Oratorio era sempre chiuso perchè non si trovavano giovani disponibili a gestirlo.

Oggi l’oratorio Beato Cardinale Schuster accoglie tutto l’anno circa cento bambini dai 6 ai 13 anni.

OratorioDi chi è il merito?

Di trenta ragazzi che amano la vita, che non hanno paura degli abbracci, che testimoniano la loro fede con gioia, che accolgono tutti i bambini con un sorriso, che si inventano giochi bellissimi e che aiutano le nuove generazioni a crescere con valori quali il RISPETTO e l’AMORE VERSO IL PROSSIMO.

In un mondo dove non si fa niente senza avere qualcosa in cambio,  stupisce questa dedizione e questa disponibilità totale verso i bambini e i ragazzi.

2) C’E’ PIù GIOIA NEL DONARE CHE NEL RICEVERE: I RAGAZZI  ITALIANI COSTRUISCONO CASE IN PERU’

Ciro ha 15 anni, frequenta il Collegio San Carlo di Milano e ama il calcio, gli amici e la sua grande famiglia.

Da due anni, nel mese di luglio, partecipa alla missione promossa da MVC che ha come obiettivo quello di costruire case nelle gandi Favelas peruviane.

Ciro De CarolisAscolta l’intervista realizzata a Ciro De Carolis

Missioni MVC è un progetto internazionale promosso dal Movimento di Vita Cristiana . Le missioni in America Latina fanno parte di un progetto che va ben oltre la sola parola “missioni”: intraprendere questo viaggio significa vivere un’esperienza nuova, arricchirsi di una nuova cultura, crescere interiormente e quindi spiritualmente. E tutto ciò si realizza con la donazione di se stessi, nel dare un pò della propria vita a persone più bisognose di noi.

Curiosando sul loro sito mi hanno colpito molto le parole di alcuni ragazzi:

Questo viaggio non è un gioco, devi andare con lo spirito di chi vuole aiutare e non di chi si vuole riposare, sennò chiudete il sito e andate a vedere i voli per Ibiza. Prima del peru’ non avevo mai fatto volontariato, sapevo di cosa si trattasse, ma non mi aspettavo un cosa del genere. Quando ti trovi in mezzo a quella gente, a quel paesaggio costituito solo da baracche di cartone grandi come due cabine telefoniche, quando ti accorgi che là dentro ci vivono in 7 ti si stringe il cuore e ti sale una grande rabbia, rabbia anche nei tuoi confronti, quando ti ricordi di tutti i tuoi capricci inutili per una borsa piuttosto che per un’altra. Quando vedi questi bambini gonfi per la malnutrizione e per la fame vorresti andare a prendere tutti i piatti che hai lasciato e darglieli a loro. Mi sono trovata a contatto con una realtà completamente diversa da quella dove vivo io, in una lotta per la sopravvivenza.

Costanza Cobianchi, Roma

Il più bel ricordo di quest’estate , che porterò con me per il resto della mia vita, sono i sorrisi che quei bambini mi hanno saputo regalare con tanto affetto e semplicità.

Ti chiedi se un solo viaggio può cambiare il corso di una vita , e ti rendi conto che tre settimane possono bastare ad insegnarti tutto ciò che in 17 anni di vita , non avevi ancora mai capito.

I tuoi occhi vedono tutto ciò che non avresti mai voluto osservare da cosi vicino. Osservi una realtà completamente diversa dal luogo in cui sei nata e cresciuta, dove i tuoi genitori ti hanno dato la possibilità di vivere.

Conosci bambini, che nonostante la loro giovane età, hanno vissuto una vita poco spensierata .Li vedi crescere tra il fango e l’umidità, dove la loro unica forza è la speranza in un domani migliore, che nonostante le difficoltà quotidiane non si abbatte mai.

Tra tutta questa nebbia e questa povertà, c’è un raggio di sole che non smette mai di brillare. La gioia di vivere di tutte queste persone.

Però, riesci anche a vedere amore, solidarietà, sostegno.

Vedi ragazzi senza braccia, altri confinati a vivere su di una sedia a rotelle, diventata per loro ormai, una compagna di avventure, che respingono ogni tipo di aiuto, dimostrando a tutti di cosa siano capaci.

Vedi queste persone che danno valore ad ogni attimo, come se fosse l’ultimo, conoscendo il loro triste destino.

Sono partita con la speranza di poter insegnare a questi ragazzi qualcosa di me, del mio paese, della mia lingua. Avevo il sogno di conoscere queste meravigliose persone, e di poter poter fare qualcosa, affinché la loro vita possa diventare anche per un secondo migliore della realtà in cui erano imprigionati a vivere.

Poi però, mi sono resa conto, che io non ho insegnato nulla a questi bambini, perché sono stati loro con la loro felicità nell’affrontare la vita, con quella serenità nel godere di ogni attimo , e con quell’infinita gratitudine che si poteva leggere nei loro occhi , ad insegnarmi il vero valore di ogni attimo, e a ringraziare Dio per la fortuna che ho avuto, e che non mi rendevo conto di avere , e a prendere atto che c’è più gioia nel dare che nel ricevere.

Questi bambini, mi hanno saputo insegnare cosa vuol dire vivere, ciò che io nonostante una vita completamente diversa dalla loro, non ero ancora riuscita a capire.

Mariaceleste Lauro, Roma

3)  ALESSIA, 18 ANNI: LE MIE VACANZE LE PASSO A DYNAMO CAMP

Qualche settimana fa ho ricevuto tramite il mio profilo Facebook questa bellissima testimonianza di una ragazza milanese che ha deciso di passare parte delle sue vacanze a Dynamo Camp.

Ho avuto l’immensa fortuna di conoscere un posto che chiude i cancelli alla parola “malattia”; un posto magico in cui si vive di spensieratezza e di sorrisi; un posto che, lo assicuro, mi ha cambiato la vita.

Sono una ragazza di diciotto anni e mi ritengo una sognatrice. Ho sempre pensato che da qualche parte, nascosto non so dove, ci fosse un mondo che andasse al di là della vita reale, un mondo fatto di purezza, semplicità e gioia. E poi ho trovato Dynamo Camp.
Dynamo Camp esiste, e non è al di là della vita reale. E’ qui. Ed io ho avuto il piacere di viverlo e di prendere atto  che “limite” è solo una parola in quanto a Dynamo i limiti non esistono per nessuno.

AlessiaPenso di non aver mai provato emozioni forticome quelle provate nel Camp. Il primo giorno ero emozionata, felice ed un po’  spaventata… sapevo che sarei andata incontro ad una realtà diversa da quella di tutti i giorni. Ma nessuno può immaginare, ne tanto meno descrivere, la gioia che si prova nel vedere gli occhi di un bimbo che per la prima volta riesce ad allacciarsi le scarpe, o che nuota in piscina. Nessuno può immaginare il suono delle risate di un bimbo che vede  adulti con la faccia pasticciata e travestiti da orso, da ballerina o da mostro. Perché Dynamo è anche questo.

Per quanto giovane io possa essere mi sono sentita una bambina, proprio come tutti i miei amici volontari, sempre pronti a metterci in gioco. I bambini sono in grado di trasmettere una voglia di vivere così grande che usciti dal Camp non si può far altro che volerci ritornare. Sono stati i bambini ad avermi insegnato ad apprezzare quelle che sono le piccole cose che spesso sottovalutiamo e che invece dovremmo osservare, perché rendono la vita meravigliosa.
Sono orgogliosa di aver potuto passare del tempo con quei bambini, sono orgogliosa di aver avuto la possibilità di insegnar loro tante cose, bagagli che si porteranno dietro per tutta la vita.
Vorrei ringraziare ognuno dei bambini e vorrei dir loro che sono diventata una persona migliore grazie a loro.
Quando sono tornata in molti mi hanno chiesto “non è stato difficile?” Per quanto mi riguarda, nonostante la grande stanchezza fisica, non lo è stato!

Il resto non si può spiegare a parole

Alessia

Dynamo Camp è l’unica struttura italiana di Terapia Ricreativa pensata per ospitare minori le cui vite sono compromesse dalla malattia, per attività ludiche e sportive e un’esperienza di svago, divertimento, relazione e socialità in un ambiente naturale e protetto. Dynamo Camp è infatti un camp concepito per bambini affetti da patologie gravi o croniche nel periodo di post ospedalizzazione e/o in fase di remissione dalla cura.

 Autore: Marta Ferrari

Una risposta a “Altro che bamboccioni! Storie di ragazzi semplicemente straordinari

  1. ho letto con emozione e ammirazione le tre lettere sopra indicate. Penso che vi siano tanti giovani con hanno questo spirito aperto al bene per il prossimo. Purtroppo i media sono portati ad esaltare e propagandare fatti e comportamenti alla moda del momento. Un grazie per la vostra iniziativa

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