Minimo impatto: trucchi e consigli per vivere Green

Mi è sempre piaciuto cucinare… amo prendere ingredienti diversi e unirli per creare con un pizzico di abilità e di fantasia qualcosa di unico, buono e genuino. Sporcarsi le mani, sperimentare…non sempre con i risultati desiderati, vedere come dalle stesse materie prime possano uscire infinite soluzioni tutte diverse tra loro.

Poi, un giorno, il dermatologo mi consiglia di usare per una dermatite, prodotti naturali e senza profumazioni. Dopo un primo momento di disorientamento mi metto subito alla ricerca scoprendo un mondo per me sconosciuto fino a poco prima. Un mondo di marche nuove, alcune bio, altre naturali, alcune che si spacciano per tali ma non lo sono. L’unico comune denominatore di questo mondo? I prezzi, inavvicinabili per una ragazza neolaureata che cerca di sbarcare il lunario tra uno stage e l’altro.

E quindi perché non tornare alla vecchia passione della cucina e modificarla un po’. Al posto delle uova e della farina ho iniziato ad usare burro di karitè ed olio di argan; invece di una torta o dei biscotti alla fine della giornata avevo creato una crema per il viso o uno struccante.

Dopo avervi raccontato come nasce questa passione presento me e la rubrica “Minimo impatto”.

Ricette Minimo Impatto

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Tra il dire e il fare: Troviamo un punto di partenza!

In tutte le relazioni, e quindi anche in quella genitore-figlio, si osserva spesso la ripetizione degli stessi comportamenti anche se l’esperienza ne dimostra la scarsa utilità. Quante volte capita di mantenere la stessa strategia educativa anche se non è mai servita a nulla? Quante volte succede di ripetere con insistenza le stesse raccomandazioni senza il minimo risultato? E di punire comportamenti senza riuscire davvero a far sì che il bambino ne adotti in futuro uno migliore? Quante volte provate a consolare senza ottenere nessun beneficio? Se funzionate come la maggior parte degli esseri umani, avrete risposto ad almeno alcune delle domande con un “qualche volta” o “spesso”.

Perché succede? Non si dovrebbe imparare dagli errori?

Succede perché, in generale, è difficile cambiare. Lo è per grandi e piccoli allo stesso modo. Le strategie che non funzionano si mantengono perché, da qualche parte, nascondono un vantaggio a breve termine e perché spesso sono vere e proprie abitudini, caratterizzate quindi da scarsa intenzionalità e poca consapevolezza.

Tra il dire e il fareProprio per questi motivi, fornire informazioni  per affrontare le difficoltà che possono essere sperimentate nella relazione genitore-figlio è utile ma non sufficiente: non va infatti data per scontata la capacità del genitore di fare ciò che gli è stato insegnato o consigliato. E’ infatti difficile far sì che riesca ad interrompere le dinamiche che risultano non funzionali e fonte di stress senza che vengano adeguatamente presi in considerazione i suoi pensieri e le sue emozioni; il genitore deve essere “allenato” a notare e modificare comportamenti automatici, a porre l’attenzione su ciò che funziona e cosa no piuttosto che continuare ad agire sulla base di convinzioni rispetto a ciò che un genitore deve o non deve fare. Il genitore non può quindi solo essere “istruito”, deve essere anche aiutato a colmare lo spazio tra il “dire” e il “fare”.

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Impara l’Arte: una rubrica ideata e curata da mamma e figlio

La prima volta insieme é stata alla mostra di Andy Warhol. Noi eravamo giovani genitori, di quelli che “perché cambiare le mie abitudine solo perché ho un figlio? vado a vedere le mostre con lui!”

Purtroppo, “lui”, Ludovico, il nostro adorato primogenito, non la pensava come noi….ed é stato piuttosto chiaro ed evidente fin dal primo istante nel museo che ce l’avrebbe fatta pagare cara: un’esperienza a dir poco disastrosa, fatta di ululati, passeggini ingombranti,  bisognino degno di un esorcismo e conseguente cambio di pannolino acrobatico. Non ci siamo dati per vinti, almeno non subito: abbiamo tentato con Niki de Saint Phalle, Francis Bacon, Picasso, Monet…

E poi un giorno, fuori dall’ennesimo museo, ci siamo guardati negli occhi, con i capelli arruffati, i respiri affannati, un bambino disperato tra le braccia, e ci siamo detti basta. Mai più.

giorgia borrello - arteNon vi ho raccontato una cosa importante di me, gestisco una galleria d’arte contemporanea, e quindi questa avversione di Ludovico per l’arte era praticamente un affronto personale, uno schiaffo morale.

La profezia del calzolaio con le scarpe rotte si stava avverando. Ma questa è una storia di speranza cari amici, e infatti il mio pargolo, con il tempo, a dispetto della sua avversione per i musei, ha cominciato a manifestare un interesse sempre più vivo per i libri illustrati e ha iniziato a disegnare.

È chiaro, sono di parte, ma devo dire che Ludovico ha mostrato subito una notevole inclinazione all’arte figurativa e quindi, piacevolmente affascinata dalla sua sensibilità e dai risultati estetici dei suoi lavori, con gli insegnamenti del sommo Munari da una parte e della divina Montessori dall’altra, ho pensato bene di avviare nella mia galleria un progetto di alfabetizzazione infantile all’arte in cui i docenti fossero artisti ogni volta diversi.

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Adolescenza: come cambia il corpo e l’immagine di sè

Durante l’infanzia e l’adolescenza, il corpo umano è interessato da continui fenomeni di crescita e rimodellamento, alcuni dei quali cessano nell’età adulta, mentre altri permangono per tutta la vita.

La crescita può essere intesa anche come la differenziazione e lo sviluppo delle funzioni organiche e psichiche. Nella crescita di ogni individuo intervengono fattori intrinseci ed estrinseci, ovvero  elementi che interagiscono secondo un modello geneticamente preordinato, seguendo un percorso pre-costituito di crescita spontanea in cui nessun intervento è possibile, e, al contrario, elementi ambientali, dove la possibilità di interazione è elevata.  La famiglia, gli insegnanti ma anche il gruppo dei pari o le varie figure di riferimento possono avere un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini.

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Vacciniamoli Tutti!

“Ogni 20 secondi muore un bambino”: a  volte le parole possono colpirci come pietre.
UNICEF da sempre lotta per salvare i bambini di tutto il mondo e questa ultima campagna, lanciata qualche settimana fa, si pone un obiettivo davvero ambizioso: debellare la polio ed estendere al 100% dei bambini le vaccinazioni di routine entro il 2018.
Vacciniamoli tutti
Ascolta l’intervista che abbiamo realizzato ad Andrea Iacomini, Portavoce di Unicef Italia